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Il retroscena: Witsel tra dispetti, bugie e depistaggi

01.09.2016 | 00:54

Axel Witsel e la cronaca di un giorno, l’ultimo di mercato, che ha poi portato alla fumata nera Juve. Malgrado il ct belga lo avesse liberato, malgrado un epilogo felice e nell’aria – con i fatti. non troppe ore prima. Allo fine lo Zenit ha fatto quelli che di solito fanno i club russi. Hanno lasciato intuire che a loro l’operazione sarebbe andata bene, altrimenti avrebbero evitato a Witsel simile figuraccia, poi hanno cambiato le carte. Perché a loro, ricchi come sono, interessa poco o nulla buttare nella spazzatura una ventina di milioni sapendo che tra pochi mesi il centrocampista Witsel potrà andare via a zero. Certo, il paradosso di questa storia sarebbe il rinnovo: noi nulla esaudiamo, ma sarebbe davvero una barzelletta. Allo Zenit ha dato fastidio l’accordo, raccontatovi oltre un mese fa, a parametro tra Axel e la Juve: contratto da circa cinque milioni a stagione, una ricca commissione al papà che fa il manager. Soprattutto ha dato fastidio il fatto di essere rimasti con il cerino in mano malgrado offerte vicine ai 30 milioni come quella dell’Everton. Witsel voleva la serie A, voleva la Juve, ha detto no a tutti, lo Zenit è stato assalito da una rabbia assurda. Fatta anche di ripicche: secondo voi se davvero avessero voluto aspettare per il sostituto avrebbero liberato il centrocampista, oppure gli avrebbero detto “resta qui fino a quando non risolveremo?”.  Vale la seconda, almeno secondo noi. E così soltanto un rinnovo, oggi da fantamercato, salverebbe lo Zenit. Perché Witsel, male che vada, abbraccerà la Juve a zero. Mentre i russi hanno sbattuto la porta in faccia a una ventina di milioni. Beati loro.

Foto: Times