Ribery: “Zidane un esempio, ho appreso tanto da lui. A Firenze solo gente sincera”

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Franck Ribery, esperto fantasista della Fiorentina, ha rilasciato una lunga intervista sulle pagine de Il Corriere della Sera. Queste alcune dichiarazioni del francese: "Quando ho accettato di venire a Firenze, non potevo sapere che sarebbe stato amore a prima vista. E invece è stato così, sin dalla sera della presentazione. Quella notte è stata speciale e la porterò sempre con me. Ho vissuto un’estate diversa dal solito. Non mi era mai capitato di allenarmi da solo, ed è brutto. Il calcio è gioia e condivisione. Un conto è lavorare insieme ai compagni, un altro farlo a casa con un preparatore. Ha deciso mia moglie? Non proprio. Avevo altri contatti, in Inghilterra e anche in Italia. Ma con i dirigenti viola è scoccata la scintilla. Parlando con Pradè e Barone, anche con l’allenatore Montella, ho sentito calore e fiducia nei miei confronti. E allora Wahiba mi ha detto: andremo a Firenze. Ora sono qui e sono felice. Parlo molto anche fuori dal campo, mi piace perché tutti mi ascoltano e prendono esempio da me. Commisso e Joe Barone sono persone sincere, non false. Con un grande cuore, gente vera. Anche io sono un uomo vero. L'allenamento di notte dopo il ko col Genoa? L’ho fatto perché ero arrabbiato e dovevo sfogarmi. Sono rimasto sino alle 4.30: corsa e cyclette ascoltando la musica. Così poi sono andato a letto e ho dormito. Il messaggio per i compagni deve essere chiaro: vincere e ancora vincere. Bisogna arrivare alle partite con lo stato d’animo giusto, sapendo di averle preparate bene. Montella? È bravo e conosce bene il calcio. Quello dell’allenatore è un mestiere duro perché sono sempre sotto pressione e quando non arrivano i risultati vivono male. All’inizio abbiamo perso due partite e non è stato semplice. L'Italia mi ha accolto bene? È vero e questo conferma la scelta che ho fatto. La serie A è un buon campionato, conosciuto nel mondo. Juve e Inter sono fortissime, anche Roma e Lazio mi piacciono e il Napoli è cresciuto nel tempo. Io un riferimento? Mi piace questo ruolo. Al Bayern ho conosciuto Alaba che aveva 16 anni, lo portavo a casa mia a pranzo e lo incoraggiavo. Un giorno ha visto la mia Ferrari e il mio orologio al polso. Gli ho risposto di non guardarli e di pensare solo a migliorare e di concentrarsi sul campo. Dopo, e solo dopo, sarebbe arrivato il resto. Alaba ce l’ha fatta e ora mi ringrazia. Qui parlo tanto con Chiesa e Castrovilli, sono ragazzi in gamba e vogliamo crescere tutti insieme. Zidane? Al Mondiale 2006 stavo spesso con Zidane e ho capito come si comporta un campione e cosa bisogna fare per esserlo. Zizou è stato un esempio". Foto: Ribery Twitter