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RICCARDO GAGLIOLO, IL GOL NEL DNA

20.12.2014 | 11:42

È un difensore, una delle migliori promesse del campionato di serie B. I gol dovrebbe evitarli, prima di tutto. Blindare la sua porta. Invece Riccardo Gagliolo, 24 anni, da quest’anno i gol ha iniziato a segnarli a ritmi quasi da attaccante. Con quello di ieri al Lanciano, sono cinque in sedici apparizioni. E se il Carpi è messo così bene in classifica, buona parte dei meriti ce li ha questo ragazzone di un metro e ottanta, terzino sinistro o difensore centrale a seconda delle esigenze. Una storia tutta da raccontare la sua, nata sui campi polverosi dell’Eccellenza ligure, a due passi da casa sua. Ha fatto tanta gavetta Gagliolo, prima di sfondare. Cresciuto nell’Andora, la cittadina della provincia di Savona dove vive la sua famiglia e dove la scorsa estate gli hanno consegnato le chiavi della città quale “esempio per i giovani”, è passato nel 2010 alla Sanremese, a novembre dell’anno successivo alla Pro Imperia. La svolta, però, nell’estate del 2012. Fa un provino con il Carpi, il direttore sportivo degli emiliani, Cristiano Giuntoli, non impiega molto tempo a capire che è un’occasione da cogliere al volo. “Questo ragazzo resta con noi”, dice a fine seduta. E il destino del giovane cambia. Ci mette un po’ a carburare Gagliolo, a causa anche di qualche problemino fisico. Ma nel finale di stagione è protagonista. Gioca sette volte in regular season, ai playoff per la promozione in B – però – è titolare inamovibile. Una diga, nella doppia finale con il Lecce. E il Carpi fa il miracolo. La stagione successiva è una presenza fissa nell’undici di Vecchi prima e Pillon poi. Segna il suo primo gol in cadetteria alla Juve Stabia, a fine anno. Si fa apprezzare tanto per le scorribande sulla corsia mancina, quanto per l’efficacia da difensore centrale. E per il tempismo in area di rigore avversaria che migliora di settimana in settimana. Mostra una duttilità fuori dal comune, unita ad uno spirito di abnegazione, ad un’umiltà che traspare anche dalle dichiarazioni sempre posate rilasciate alla stampa: “Non montiamoci la testa”, “Pensiamo prima a salvarci”, “Playoff? No, facciamo prima i 50 punti”, ripete per tutta la stagione. A fine campionato lo vuole la Sampdoria. Per lui sarebbe un ritorno a casa. Braida lo blocca, si ragiona per un po’ ad una comproprietà con il Carpi, ma nel frattempo la Figc la cancella dal novero delle possibilità. Poi alla Samp arriva Ferrero e Braida va via. L’affare, insomma, sfuma, anche se i blucerchiati col tempo inizieranno a pentirsene. Si parla per un po’ anche dell’Empoli, del Cagliari, ma alla fine Gagliolo resta in Emilia. Dove si scopre goleador. Cinque reti in sedici presenze. Ed anche uomo assist: due fino ad oggi, entrambi per Mbakogu alla prima di campionato a Livorno e nella goleada all’Adriatico di Pescara. Quando il gol – da evitare o da mettere a segno – è nel dna. Nel dna di Gagliolo. Un dna da serie A. “Non mi monto la testa, penso solo al Carpi e alla prossima partita”, è il leit-motiv di quest’anno. Ma col Carpi – che a scanso di equivoci lo ha blindato con un contratto fino al 2017 – o con un’altra maglia, il difensore orgoglio di Andora e della Liguria in massima serie ci arriverà. È solo questione di tempo.