RITORNARE GRANDI DOPO UNA CRESCITA TORMENTATA, YANN AUREL BISSECK ORA È PRONTO PER L’INTER

Il nome è vagamente simile. I destini quasi non potrebbero essere più diversi. Ma lì dove il Mare del Nord stringe un gelido braccio all’Atlantico, c’è un punto di contatto tra Otto Eduard Leopold von Bismarck e Yann Aurel Bisseck. Il primo sanno tutti coloro che leggono i libri di Storia chi sia, il secondo auspicabilmente sarà sulla bocca e sugli occhi di chi si interessa delle cronache di pallone. Le rispettive parabole proseguono parallele per qualche anfratto della realtà se si ha piacere di seguire un flusso di originalità e fantasia. Sono stati ambedue giovani tedeschi di indiscutibile ed evidente talento, ma che sembravano destinati a dissipare per vizio o malasorte. Bismarck perché gli piaceva giocare a carte e bere vino, Bisseck per i ripetuti infortuni che lo hanno colto subito dopo la precoce prima esplosione. Ma il contatto? La penisola dello Jutland. Laddove l’Atlantico sfocia nel Mare del Nord e la Germania nella Danimarca Per entrambi una base per gettarsi alla conquista dell’Europa. Letterale per Bismarck, che invecchiando è diventato Cancelliere della Prussia e poi dell’Impero Tedesco. Tutta da sperare per Bisseck, che invece è ancora giovanissimo e a 22 anni ha tutto il tempo per prendersela metaforicamente. Magari con l’Inter. I nerazzurri hanno puntato gli occhi su di lui, che ha una clausola rescissoria di appena 7 milioni. E se loro sono vicecampioni d’Europa, e lui dovesse raggiungerli per aiutarli a fare un passo in più, la conseguenza logica sarebbe vederli tutti assieme salire sul podio più alto del Continente, conquistato ai loro piedi. Ma qui seguendo il vortice della fantasia si è andati troppo avanti, si è già all’Happy Ending. Tempo invece di ritornare alla partenza: a Colonia. Che si traduce Köln, ovvero calcisticamente Fußball-Club Köln 01/07 o FC Colonia. Origini camerunensi, classe 2000, difensore centrale si è già fatto riferimento a un indiscutibile ed evidente talento. E infatti esordisce il 16 novembre del 2017, diventando il tedesco più giovane di sempre a esordire in Bundesliga, il più giovane in assoluto con la maglia del club renano, e il secondo più precoce della storia dopo il turco Nuri Şahin-in realtà con la cittadinanza tedesca pure lui- Quel pomeriggio il Colonia ha perso per 2-0 contro l'Hertha Berlino, "ma io dopo aver vinto un duello aereo con Selke ho capito di poter tenere il passo - ha raccontato Bisseck in un'intervista a Transfermarkt in seguito  ripresa da Eurosport - Mi ha persino avvicinato dopo la partita e ci siamo scambiati le maglie". 3 gettoni di presenza per lui, poi il cambio di allenatore che lo penalizza, il nuovo mister Stefan Ruthenbeck rispetto al predecessore Peter Stöger vuole puntare sull’esperienza per tirar fuori il Colonia dai guai come spesso gli capita dal 1998 a oggi, e così non lo schiera più. Disfatta su tutta la linea: retrocessione e prestito all'Holstein Kiel. Dove cominciano guai e infortuni. “All'inizio pensavo: 'Oh, non c'è problema'. Ma quando il dottore ha detto che potevo stare fuori fino a tre mesi, sono rimasto scioccato. La cosa brutta in una situazione del genere non è l'infortunio in sé, ma lo stress psicologico. Improvvisamente ti ritrovi seduto tutto solo nel tuo appartamento con le stampelle, non ti è permesso mettere alcun peso sul piede e, soprattutto, non ti è permesso fare il lavoro che ami. Questo può essere frustrante ed estremamente estenuante dal punto di vista mentale". Colonia è, tra le altre cose, la città ricostruita, dopo esser stata quasi interamente rasa al suolo dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. Ma l’Alma Mater in cui Bisseck è creciuto non è più la casa dove farsi le ossa. I successivi prestiti, proprio per il persistere endemico di tali acciacchi al piede valgono quasi più come formative esperienze Erasmus che come anni di carriera: 10 presenze con il Roda in in Eerste Divisie, la Serie B olandese, con il campionato sospeso per il Covid appena comincia a trovare un minimo di continuità; e addirittura nemmeno l’esordio coi portoghesi del Vitória Guimarães. Il giovane Yann Aurel Bisseck viene considerato perduto. E invece col terzo prestito all’ Aarhus GF -anzi il quarto contando il Kiel- il figliol non troppo prodigo del suo patrimonio talento, perché troppo trattenuto dagli infortuni per metterlo in mostra, si ritrova. Finalmente il corpo comincia a rispondere nel modo giusto. Si conquista il posto in squadra, quindi il ruolo da protagonista. Aarhus, "la più piccola grande città del mondo", è la dimensione ideale per ridare le giuste proporzioni a un potenziale campione cresciuto e bruciatosi troppo in fretta. 22 presenze, 3 gol e 3 assist che valgono un clamoroso terzo posto e la qualificazione alle Coppe. Un metro e 96 di altezza, perfetto per dominare nel gioco aereo, e due piedi sufficientemente educati per proporsi come l’ideale terzo sul centro-sinistra di una difesa a tre, il suo ruolo ideale. Ipotizzabile anche un suo utilizzo negli altri due ruoli del reparto arretrato, dal momento che il suo piede naturale è il destro. È dotato anche di un tiro potente e preciso. L’Aarhus l’ha riscattato per circa 650 mila € ed è pronto a passare all’incasso. Yann Aurel Bisseck si è rifatto troppo grande per quello stretto di mare. La Germania Under 21 si è accorta di lui, nel marzo del 2022 ha cominciato a convocarlo, dopo che aveva collezionato una manciata di presenze nelle selezioni più giovani. Il suo destino quasi non potrebbe essere più diverso da quello di von Bismarck. Ma là dove c’è stato un punto di contatto nel principio della grandezza, la conquista dello Jutland, potrebbe un domani essercene uno nuovo in quello dell’Europa. Tempo di scrivere i futuri libri di storia. Magari con un indelebile inchiostro nerazzurro. Fonte: Instagram Bisseck