Emmanuel Rivière è - insieme ad Occhiuzzi - la rivelazione di questo Cosenza che ieri, all’ultimo turno, si è salvato volando dritto alla salvezza diretta. Rivière nasce a Le Lamentin in Martinica, nel marzo del 1990 e inizia a muovere i primi passi nel professionismo con la maglia del Saint-Etienne dove arriva ad esordire in Ligue 1 e poi in Coppa Uefa contro il Valencia ad appena 18 anni.
Pupillo di Ranieri nell’annata al Monaco in Ligue 2, Rivière da centravanti puro segna 13 gol con la maglia dei monegaschi portando i biancorossi in Ligue 1 staccando poi il pass per la Premier League indossando la maglia del Newcastle. Ispirandosi a Thierry Henry, l’attaccante delle Antille si diverte a girare tra Francia, Inghilterra e Spagna (con una parentesi all’Osasuna) nel segno della capriola, la sua esultanza. Dopo l'esperienza in terra iberica ecco il rientro in Francia al Metz. Due anni tra Ligue 1 e Ligue 2 e poi il volo verso l’Italia, da svincolato, proprio al Cosenza di Piero Braglia che gli affida le chiavi dell’attacco silano. Grazie a un progetto intorno a lui designato si carica la squadra sulle spalle arrivando a segnare 13 gol al suo primo anno di Serie B e regalando ai calabresi una salvezza insperata nel post lockdown. Centravanti di razza, Rivière non disdegna il recupero a centrocampo così da permettere un gioco più fluido alla propria squadra. Dopo una trafila con le giovanili della nazionale francese e il mondiale U17 in Corea del Sud, Rivière viene convocato dalla nazione martinicana nel novembre del 2019 andando a segno all’esordio contro l’Honduras. Con un futuro ancora incerto in quel di Cosenza, l'attaccante martinicano si gode l'anno sotto il sole della Calabria pronto chissà a una nuova esperienza dopo essere entrato nel cuore dei tifosi rossoblu.
Foto: profilo instagram Cosenza