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ROBERTO DE ZERBI, IL DEMIURGO VOTATO ALL’ATTACCO

30.05.2016 | 09:30

Diversi suoi coetanei ancora bazzicano, qualcuno con profitto, sui campi delle tre serie professionistiche, lui invece da quasi tre anni è passato dall’altra parte della barricata. E adesso il sogno di riportare il Foggia in Serie B, dopo 18 lunghissimi anni, va facendosi sempre più concreto. All’interno del nostro consueto spazio quotidiano accendiamo i fari su Roberto De Zerbi, demiurgo dei satanelli che affronteranno il Pisa di Rino Gattuso nell’ultimo atto dell’appendice post season. Già, la finale dei playoff, che decreterà la quarta squadra che andrà a far compagnia a Cittadella, Spal e Benevento in cadetteria, sarà più che degna, probabilmente la migliore possibile per blasone, dato che le due società vantano trascorsi importanti anche in A: i nerazzurri a cavallo tra gli Anni ’80 e i ’90, i rossoneri nel secondo dei decenni appena menzionati, con al timone quello stesso Zdenek Zeman che ieri, mentre Sarno e compagni staccavano il pass sulla pelle del Lecce, alla veneranda età di 69 anni falliva l’appuntamento con lo storico primo titolo della carriera, cedendo il passo col suo Lugano allo Zurigo in finale di Coppa di Svizzera.

 

Innanzitutto ripercorriamo in breve il percorso del De Zerbi giocatore, che avrebbe potuto regalargli ancor più ampie soddisfazioni, in virtù del sinistro magico con il quale, da trequartista o seconda punta, ha disegnato calcio per una quindicina d’anni.  Nato a Brescia, il 6 giugno del 1979, e formatosi nelle giovanili del Milan, Roberto in carriera (286 gare ufficiali, 55 gol) ha vestito le maglie di Monza, Padova, Como, ancora Padova, Avellino, Lecco, Foggia, Arezzo, Catania, Napoli, Brescia, ancora Avellino, Cluj (dove ha vinto 2 campionati e 1 Coppa di Romania) e Trento, il sodalizio di Serie D tra le cui file ha chiuso la carriera nel giugno del 2013.    

 

Tornando all’attualità, va però detto che la sua stagione è stata più travagliata del previsto, a dispetto del rendimento nel complesso eccezionale, trionfo in Coppa Italia di Lega Pro compreso. L’obiettivo in campionato era infatti la promozione diretta e, in concomitanza con il calo accusato dalla compagine pugliese tra febbraio e marzo, la sua posizione in panchina era stata messa in discussione, specie dopo le sconfitte esterne nei derby contro l’Andria e lo stesso Lecce eliminato ufficialmente ieri, ma sostanzialmente già all’andata con il 3-2 esterno conseguito al “Via del Mare”. Alla proprietà, anche sulla scorta dei malumori di parte dell’ambiente (al di là del violento e vergognoso assalto al pullman, post tracollo in casa della Fidelis), era venuto più di qualche dubbio, al punto che poi – per chiudere il tormentone legato alla panchina – escogitò la “trovata” mediatica dell’annuncio di Oronzo Canà (con tanto di foto con Lino Banfi) quale nuovo allenatore, così da chiudere “simpaticamente” la questione. Fortunatamente, per gli aficionados dello “Zaccheria”, il tecnico alla fine è rimasto a furor di spogliatoio in sella alla sua creatura, plasmata nel corso di questo fruttuoso biennio (2014-16). Due annate che lo hanno già proiettato nell’élite dei mister emergenti, per quanto Roberto prima di Foggia avesse guidato soltanto per 6 mesi il Darfo Boario in Serie D,  peraltro non riuscendo ad evitare la retrocessione in Eccellenza dei lombardi. Ma che tipo di allenatore è De Zerbi? Indubbiamente la vocazione è offensiva, non a caso i rossoneri, esprimendo davvero un bel calcio, hanno terminato la stagione regolare con il miglior attacco del girone C, concluso, sulle ali del capocannoniere indiscusso Pietro Iemmello, al secondo posto alle spalle dei sanniti di Auteri. Per ciò che concerne il sistema di gioco, Roberto ha mostrato di essere un allenatore molto duttile, alternando sapientemente al 4-3-3 iniziale anche il 4-2-3-1 e il 3-4-3. Una versatilità, combinata alla innata capacita di leggere le partite, che ha calamitato l’interesse di più di una società di categoria superiore. A lui aveva pensato il Verona, prima scelta assoluta, ma l’esigenza degli scaligeri di ripartire e programmare dopo il declassamento, senza poter aspettare la fine dei playoff, ha indotto il club di Maurizio Setti a virare su Fabio Pecchia, che, dopo aver fatto da vice a Rafa Benitez, proverà a cimentarsi come allenatore in prima. Il nome di De Zerbi figura anche sulla lista del Crotone per il dopo Juric: una pista suggestiva, da tenere in considerazione e che gli consentirebbe di effettuare il doppio salto. Fermo restando che attualmente il condottiero bresciano è massimamente concentrato sull’obiettivo e che, soprattutto nel caso in cui raggiungesse la B col Foggia, potrebbe anche prolungare la sua esperienza in una piazza che ormai conosce a menadito. Come d’altronde ha precisato ieri lo stesso diretto interessato: “Io cerco sempre di trasferire ai ragazzi tutta la mia carica positiva, che personalmente prendo da una città incredibile. Futuro? Potrei restare anche se non vincessimo la finale, così come potrei andar via anche se la vincessimo. È vero che qualcuno mi ha contattato, ma io in questo momento ho la testa solo al Foggia. Poi vedrò il da farsi”.

 

Foto: sito ufficiale Foggia