Roberto Saviano sullo scudetto: “Questo Napoli trasmette continuità”

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Intervistato da La Gazzetta dello Sport, lo scrittore partenopeo Roberto Saviano si lancia in una sua personale analisi sul cammino del Napoli. A questo proposito ha dichiarato: "Stadio Maradona? Non poterci andare mi fa soffrire. Faccio fatica a chiamarlo stadio Maradona, temo di esser troppo vecchio e continuerò a chiamarlo San Paolo. Ma prima della fine del campionato voglio andarci. Sto pensando come essere invisibile perché il Napoli dovrà vincere, altrimenti se la prima volta che torno allo stadio fa male, poi si nota... ed è malamente. Questo Napoli mi piace moltissimo, per lo spirito con cui gioca. Si vede che si diverte, che è un gruppo in armonia. Non c’è un leader che detta la sua linea e comanda. Sono rappresentate tantissime nazionalità, lo spogliatoio trasmette l’idea di comunità. Io lo vedo come un Napoli internazionalista, accogliente e libertario, contro il populismo scontato dell’individualità. Scudetto? Da tifoso: che non ce lo facciano vincere... Che si metta in moto la grande macchina che spinge le squadre del Nord. Seconda paura: come ripartiremo dopo il Mondiale. C’è solo una cosa peggiore degli infortuni: stare fermi. Con l’Inter, gara chiave, scopriremo se siamo quelli di prima. Il Milan per me è l’avversario numero uno. Forse per i miei antichi incubi da bambino che temeva Gullit e Van Basten. La Juve mi preoccupa meno. Credo che sarà frenata dai problemi societari". Saviano ha inoltre speso qualche parola su Pelé, ricordandolo così: "Pelé è stato, è, un calciatore nero, nero ebano, non mulatto, discendente degli schiavi africani deportati in Brasile, che fa alzare in piedi milioni di persone, mentre nel resto del mondo ai neri è proibito sposare bianchi, frequentare gli stessi bagni, le stesse scuole. Una rivoluzione che oggi non viene percepita nella sua potenza davanti alla grandezza del mito sportivo. Il lustrascarpe che prende la strada dello sport come strada di riscatto, cosa all’epoca affatto scontata. Per me Pelé è soprattutto questo". foto: profilo Twitter ufficiale Roberto Saviano