Ronaldo 40: una storia di irripetibili magie
22.09.2016 | 21:20
#PRASEMPREFENOMENO, questo l’hashtag in maiuscolo che campeggia sulla pagina ufficiale Facebook di Luis Nazario da Lima. Sì, un Fenomeno è per sempre, molto più che un diamante. Perché di pietre preziose di tal fatta se ne possono trovare ad ogni latitudine, basta pagarle, mentre di Fenomeno nel calcio ancor oggi se ne ricorda uno. Inutile sprecare tanti aggettivi, sono sufficienti otto lettere. Certo, se oggi chiedi a un bimbo di Ronaldo, gli si illumineranno gli occhi pensando alle giocate di Cristiano. E se avesse dubbi, sui social troverebbe sentenze: oltre 116 milioni i fans su Facebook di CR7, poco meno di 10 quelli del brasiliano che il mondo intero oggi sta omaggiando, nel giorno del suo 40° compleanno. Ancora più impietoso il confronto su Twitter: 47 milioni di followers contro 364mila. Ah, i social, così alla moda e così fuorvianti. A questo punto dovrebbe intervenire il papà del suddetto bimbo: piazzarlo davanti alla tv e far partire i dvd. Ebbene sì, chiamateci pure nostalgici, ma per noi che abbiamo qualche annetto in più, e che abbiamo avuto la fortuna di ammirare the original sul campo, sentire pronunciare il nome Ronaldo equivale all’identikit di quel ragazzo di 20 anni che nell’estate del 1997 Massimo Moratti portò a Milano, versando 50 miliardi di lire nelle casse del Barcellona che potette goderselo solo un anno, chiuso incredbilmente con 47 gol in 49 presenze. Sì, avete capito bene. E’ chiaro che oggi un trasferimento del genere sarebbe impensabile, ma ai tempi l’Eldorado era la Serie A – mica il Camp Nou – e se non ti misuravi con il campionato italiano difficilmente avresti potuto fregiarti dell’etichetta di campione.
Raccontare Ronie per iscritto non è facile, servirebbe una monografia con decine di ore di video allegate. Pertanto, in questa sede, ci affideremo soprattutto ai numeri. Ben 352 i gol segnati a livello di club, nelle 518 gare ufficiali disputate. Ai quali vanno aggiunti i 90 realizzati con le maglie del Brasile (22 con l’Under 17, 6 con l’Olimpica e 62 con la maggiore). Per un totale di 442 reti in 646 match.
Capitolo palmarès: 1 Coppa Intercontinentale, 1 Coppa Uefa (con l’Inter), 1 Coppa delle Coppe, 1 Liga, 1 Coppa del Re, 2 Supercoppe di Spagna, 1 Coppa d’Olanda, 2 Coppe del Brasile quanto ai club; mentre con la Seleção brillano 2 Mondiali (quello del 2002 da protagonista, con tanto di titolo di capocannoniere, quello del 1994 da spettatore non pagante all’età di 17 anni) e 2 Coppa America; per quanto concerne infine i riconoscimenti individuali, in bacheca trovano spazio – volendo ricordare i principali – 2 Palloni d’Oro, 1 Scarpa d’Oro e 3 Fifa World Player.
Passando adesso alle squadre che hanno avuto la fortuna di avere Ronaldo tra le proprie fila, emerge un dato alquanto singolare. Carriera iniziata (Cruzeiro) e conclusa (Corinthians) in Brasile, biennio 1994-96 al PSV Eindhoven, dopodiché due coppie di acerrime rivali, esperienze reciprocamente intramezzate: un anno al Barcellona, cinque all’Inter (effettivi forse due), quattro e mezzo nel primo Real Madrid dei Galàcticos, un anno e mezzo al Milan, con quel ritorno sull’altra sponda dei Navigli che tanto fece indispettire l’ambiente nerazzurro, per quanto il fuoriclasse verdeoro avesse già imboccato la parabola discendente.
A proposito di Inter, abbiamo scritto “effettivi forse due” perché dopo la prima strepitosa stagione, conclusasi però con la delusione per il Mondiale di Francia perso contro Zidane e compagni in finale (con lui vittima di convulsioni alla vigilia), per R9 iniziò un vero e proprio calvario: Il 21 novembre 1999, nella sfida di campionato contro il Lecce, si lesionò il tendine rotuleo del ginocchio destro. Servirono circa sei mesi per rivederlo in campo…e fu un nuovo dramma: il 12 aprile del 2000, in occasione della finale di andata di Coppa Italia contro la Lazio, il ginocchio del Fenomeno cedette dopo appena 6 minuti, con il medesimo tendine rotuleo a rompersi questa volta completamente. Un altro anno e mezzo di stop, il rientro agli ordini di Cuper nell’annata che terminò con la beffa del 5 maggio e le sue lacrime a fare il giro del mondo. Congedo amarissimo dalla Beneamata sotto shock. Senza questi infortuni, c’è da starne certi, il palmarès di Luis Nazario da Lima sarebbe stato ben più adeguato al calibro dell’asso in questione. Un Fenomeno vero, al di là del soprannome, capace di far innamorare qualsiasi appassionato a suon di accelerazioni, dribbling nello stretto, giocate in acrobazie e quant’altro. Il suo repertorio non era completo, di più. Una storia di irripetibili magie: Ronaldo quando era in giornata non era marcabile, chiunque fosse il difensore centrale di turno chiamato a francobollarlo. Potevano raddoppiare la marcatura e anche triplicarla, ma tra veroniche, sombreri e doppi passi lui avrebbe saputo come lasciare tutti con un palmo di naso. Fare una classifica tra giocatori appartenuti a epoche calcistiche diverse è sempre difficile, si resta spesso confinati nell’ambito degli esercizi teorici, ma senza timore di smentita si può affermare che – come minimo – il carioca neo 40enne può occupare serenamente qualsiasi gradino del podio, l’ordine sarà sempre opinabile. Cristiano non ce ne voglia, può benissimo continuare a dividersi Champions e Palloni d’Oro con Leo, ma di Ronaldo Fenomeno ce ne sarà comunque sempre e solo uno.
Foto: spanish.fansshare.com