Su Shevchenko: "È stato un grande giocatore quindi capisce le dinamiche di spogliatoio e di campo. Può fare bene al Genoa, lo spero".
Sul Genoa: "Siamo squadra, però forse un po’ di compattezza. E quando entriamo in campo non sempre siamo concentratissimi, così poi cerchiamo di recuperare e perdiamo lucidità".
Il passaggio ai Grifoni: "Prima di tutto mio nonno è nato a Genova, quindi è un po’ una cosa di famiglia. Quando avevo 13 anni mi ha chiamato il Genoa: io non ci credevo, giocavo nell’Alcione, una società dilettantistica, mi sono detto figurati se mi chiama un club così importante. Invece sono andato lì e mi sono innamorato del centro sportivo e della società. Mi hanno subito accolto bene. È stata una scelta di cuore».
Sul futuro alla Juve: "Devo essere sincero, non ci penso. Quando uno viene chiamato da un club importante come la Juventus sicuramente è un onore, ma io penso solo al Genoa e a fare bene con il Genoa. Alla Juve ora non ci penso".