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Sabatini, i cialtroni, lo stile e la collezione di alibi

11.04.2022 | 23:00

Non capiamo gli insulti, ma evidentemente lo stile non è in vendita al supermercato. Walter Sabatini si è rivolto ai cialtroni (li ha chiamati così) che hanno criticato il mercato della Salernitana, le prestazioni di Fazio oppure chissà cosa. E ieri ha completato lo show prendendosela con Mourinho per cose di campo che – come ha giustamente sottolineato Nicola – dovrebbero finire lì. Anche perché dall’arbitraggio di ieri non è che la Roma sia stata aiutata.

La ricerca di alibi, quando non riesci a vincere una partita, è la cosa peggiore che ci sia. Noi abbiamo criticato, siamo felici di essere eventualmente i cialtroni citati da Sabatini, preferiamo la libertà di giudizio. Poi se avesse fatto nomi e cognomi, probabilmente lo stesso direttore sportivo avrebbe rimediato una figura migliore. Se questo serve a farsi stendere un po’ di tappeti social, conosciamo il trucco. Ma i tifosi veri, quelli che sanno ragionare, riescono a non cascare in questo tipo di trappola.

Sabatini parla di cialtroni che criticano, chieda a Iervolino se è soddisfatto. I suoi acquisti sono stati un autentico disastro e lo ripetiamo ancora una volta: ci dispiace che un dirigente del suo spessore non abbia saputo distinguere tra mercato invernale e mercato estivo, tra necessità di avere gente pronta e investimenti. Ora, se qualcuno dovesse spiccare il volo e costruire una bella plusvalenza, saremmo contenti per il club.

Ma cosa volete che sia rispetto all’esigenza, con quel mega budget a disposizione, di costruire una squadra capace di vincere almeno qualche partita? Fin qui neanche quella cosa, con Nicola che fa filosofia in ogni conferenza stampa come se fosse arrivato da una settimana o quindici giorni. Se Sabatini è felice così, significa che vive fuori dalla realtà. Se preferisce insultare sui social senza fare nomi e cognomi, padronissimo di farlo: lo stile non è un optional, il mercato di gennaio della Salernitana resta un’incompiuta (costata tanti soldi) anche per chi si occupa di storia dell’arte e non di calciomercato.

Foto: Twitter Bologna