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Sacchi: “Italia? Ho ammirato il coraggio, Ventura è anche sfortunato perché…”

04.09.2017 | 09:37

sacchi gattuso

Arrigo Sacchi, ospite ieri sera de La Domenica Sportiva, ha parlato in merito alla sconfitta subita dall’Italia contro la Spagna: “Cosa è successo a Ventura? Non è un momento brillante, quando si perde in questo modo, l’allenatore soffre. Ho ammirato il coraggio, il fatto che volesse confrontarsi a viso aperto, senza tatticismi eccessivi. Però il sistema di calcio più efficace è quello interiorizzato dai calciatori che danno una risposta automatica ad ogni situazione, una cosa che non ho visto ieri e noi eravamo meno squadra della Spagna. Non c’è stato un giocatore italiano che abbia meritato la sufficienza, non siamo così scarsi ne sono sicuro ma quando non si gioca bene capita che i giocatori vengano penalizzati. Sarebbe stato meglio adattarsi all’avversario? A forza di tatticismo, di cercare di sopravvivere attraverso il tatticismo, squadre abbottonate e che lasciano giocare, noi ci allontaniamo dal futuro. Ho apprezzato lo sforzo di Ventura, ho pensato però che fosse confortato da delle prove che gli avessero consentito di schierare questo modulo. Come si affronta una squadra così visto che questo modulo non ha funzionato? I sistemi di gioco non sono così importanti come pensate. Sono efficaci quando vengono interiorizzati, per fare questo ci vuole tempo, noi non abbiamo dato uno stile al calcio italiano, non avendo uno stile il ct deve cercare di dare lui una linea. Oggi Ventura è anche sfortunato, non ha più un blocco di giocatori perché l’Italia è piena di stranieri, squadre importante come l’Inter sono piene di stranieri. Lui ci vive insieme a loro, li ha visti e rivisti, avrà sbagliato ma ha avuto coraggio. La Juventus ha giocato poco tempo contro una squadra spagnola e ha giocato con tre stopper e tanti giocatori offensivi. Li abbiamo battuti poche volte, giocano un calcio straordinaria, noi valutiamo sempre degli aspetti e così diventa difficile. Questa è una squadra vera nelle conoscenza del calcio, è una squadra organizzata. Non so come lui abbia preparato in questo poco tempo la gara, mi è piaciuto però il coraggio, di cercare di vincere e non di stare racchiusi in area sperando nel contropiede. Non ci sono più calciatori di qualità in Italia? No, non è così anche se facciamo poco per trovarli. Pensate che Real e Barcellona investono circa 60 milioni nel loro settore giovanili, loro pensano al possesso palla, credono nella creatività, nel creare piuttosto che distruggere. Noi invece in cosa crediamo? A marcare, difendere. Insigne al Napoli si muove in un contesto che conosce, in Spagna avendo un’idea positiva di calcio, è più facile. Le sconfitte non fanno mai bene, ma Israele è una nazionale non così pericolosa. A volte le sconfitte fanno anche bene, quando perdi devi imparare qualcosa e i nostri calciatori devono farlo. E anche l’allenatore naturalmente. Siamo il paese del melodramma, nelle cose difficili ci esaltiamo. Se dobbiamo temere qualche squadra al play-off? No, temere no ma avere rispetto di tutti. Perché Insigne non si esprime come con il Napoli? Perché il Napoli gioca bene e la nazionale ha giocato male”.

Foto: Marca