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Sacchi: “Suggerimenti ai cinesi? Ripartire da Galliani e da un grande ex”

10.08.2016 | 10:11

sacchi gattuso

Non è facile abituarsi ai cambiamenti. In casa Milan, però, se ne dovranno fare una ragione: a stretto giro di posta finirà l’epopea di Silvio Berlusconi per lasciare spazio alla nuova repubblica cinese. Diverse personalità hanno espresso il loro parere su questa storica rivoluzione, oggi è il turno di un simbolo del Milan targato Berlusconi: Arrigo Sacchi. Ecco le parole del ‘Profeta di Fusignano’ rilasciate a La Gazzetta dello Sport: “Faccio molta, molta fatica a pensare a un Milan senza Berlusconi e Galliani. Insieme hanno fatto qualcosa che rimarrà nella storia del calcio italiano e mondiale. Silvio è stato un rivoluzionario, ha cambiato costumi e idee del pallone, ha avuto il coraggio di fare scelte azzardate e di credere nei sogni, che è riuscito a realizzare. Direi che con lui abbiamo vissuto il Rinascimento del calcio. Il motivo principale della cessione? E’ stata decisiva la salute. E quindi non posso che essere d’accordo, visto che si tratta di qualcosa che va sopra tutto il resto per importanza. Ha fatto la cosa giusta. Eppure, che peccato non vederli più insieme, lui e Galliani… Ripeto, loro due insieme sono stati in assoluto i dirigenti più bravi nella storia mondiale. Io davo a Galliani la lista dei miei desideri, e lui mi portava sempre il primo nome”.

Consigli ai cinesi: “Il Milan ha bisogno di ritrovare la grandezza e bisogna riempirlo con ambizione, orgoglio e passione, come facevamo noi. Poi direi loro che bisogna fare molta attenzione a scegliere gli uomini. E uso appositamente la parola uomini prima di calciatori: occorre stare attenti a scegliere. La base è avere giocatori che sentano amore e professionalità per il proprio lavoro. E’ la ricerca dell’eccellenza. Prima gli uomini, poi i calciatori. Ai cinesi dico: bisogna ritrovare l’orgoglio, l’ambizione e la gioia di essere il Milan. Con questi valori San Siro lo riempi. Noi passammo da 30 mila a 60 mila abbonati”.
Il Milan ai rossoneri: “E’ una figura assolutamente utile. Ma vado oltre con il ragionamento: più che per un legame con il passato, sarebbe un modo per avere le idee chiare sul futuro. Nomi? Albertini è stato il mio vicepresidente federale quando ero responsabile delle giovanili azzurre, ha maturato un’esperienza dirigenziale ad altissimo livello. Il fatto è che in Figc è come in politica, non vengono valutati i meriti, ma altri fattori. Io non me lo sarei fatto scappare. A livello federale occorre avere molta pazienza, lui forse ha difettato in questo. Maldini è diventato un uomo vero, non ha costruito la sua vita sull’opportunismo, basta pensare a come ha gestito la questione con gli ultrà, dimostrando ricchezza etica e morale. Certo, ha meno esperienza di Demetrio, ma ha una grande intelligenza, così come Costacurta. Billy ha costruito la sua carriera grazie alle capacità interpretative. Anche nel suo caso l’intelligenza è un fattore fondamentale. Io sono molto riconoscente a questi giocatori per la loro umanità e professionalità”.
Su Galliani: “E a questi nomi aggiungerei Galliani, che è una certezza. Orgoglio italiano? Ci dev’essere, è con questo che vorrei vedere il Milan tornare grande. E poi occorre conoscere l’ambiente in cui ci si muove. I cinesi dovranno fidarsi di chi ne sa più di loro”.
Foto: Marca