SALVATORE SIRIGU E UN’AVVENTURA FRANCESE AL CAPOLINEA
21.11.2015 | 11:46
Galeotto fu quel 7 luglio 2015. Perché? Perché da quel giorno, con l’arrivo di Kevin Trapp al Paris Saint-Germain, il percorso di Salvatore Sirigu con il club transalpino ha cominciato a diventare sempre più tortuoso, fino ad arrestarsi completamente. Fino ad arrivare a oggi, 21 novembre, con una situazione emblematica: il portiere italiano non è praticamente mai sceso in campo in questa stagione (una sola presenza), chiuso dal 25enne tedesco, ormai titolare inamovibile nelle gerarchie di Laurent Blanc. E la sensazione che possa lasciare la Francia, anche in seguito ai tragici fatti di Parigi che lo hanno scosso non poco – ha perso alcuni suoi amici negli attentati di venerdì 13 – si fa sempre più insistente. Specie dopo le parole rilasciate ieri al Tuttosport: “E’ una situazione che non mi era mai capitata e non mi resta che lavorare sempre da professionista. Non giocare pesa e a gennaio, se qualcuno mi chiamasse, ci penserei”. Il dado sembra quindi tratto, anche se il suo ritorno in Italia è tutt’altro che scontato, come confermato dal suo agente, Carlo Pallavicino: “Vero è che Sirigu guadagna di meno rispetto ai top player del Psg, ma resta comunque inavvicinabile per diverse importanti squadre italiane”. Il contratto di Sirigu è in scadenza a giugno del 2018 e la stampa francese si è già attivata per capire il prossimo passo di un destino ormai segnato. Aston Villa e Newcastle le prime protagoniste dei rumors di mercato, fino all’indiscrezione targata France Football, la più recente e rumososa: sulle tracce di Sirigu ci sarebbe anche il Milan. Non resta che attendere la sessione invernale per avere un quadro molto più chiaro a riguardo.
Certo, ogni portiere può incappare in qualche “uscita a vuoto”, anche nel senso letterale dell’espressione. Ma se Salvatore da Nuoro è arrivato a guadagnarsi la stima e le attenzioni di uno dei club più prestigiosi al mondo, capeggiato dallo sceicco Al-Khelaifi che di top player se ne intende eccome, più di un motivo ci sarà. Il suo percorso tuttavia parte da lontano, esattamente dalle giovanili di Posada, Siniscola e Puri e Forti. E pensare che la sua aspirazione, come più volte da lui stesso confessato, era quella di fare l’attaccante. Nelle partite tra amici sui campetti di periferia, però, nessuno voleva andare in porta. “Vabè, ci vado io”, deve aver malinconicamente sentenziato chissà quante volte quando era appena un ragazzino. Un colpo di fortuna, per lui. Già, perché poi cresceranno di livello sia le sue prestazioni tra i pali, sia il blasone delle società che decidono di farlo maturare nelle proprie Primavere. Prima il Venezia, poi il Palermo. Ed è proprio con i rosanero che, di lì a qualche anno, costruirà la sua fortuna. Due stagioni in prestito tra Cremonese e Ancona per farsi ulteriormente le ossa ed ecco il ritorno in Sicilia. Alla sesta giornata del campionato 2009/2010, in un Lazio-Palermo (poi conclusosi 1-1), arriva la svolta. Sirigu salva il risultato in almeno tre occasioni, mostrando a tutti quelle che poi saranno le caratteristiche che lo accompagneranno durante la sua rapida scalata. Affidabilità nelle uscite alte, reattività, personalità da vendere, imponenza dal punto di vista fisico (ben 192 centimetri di altezza). Qualità che, nel biennio siciliano, gli valgono anche la chiamata in Under 21 e poi nella Nazionale maggiore (con cui raggiunge il culmine con il secondo posto agli ultimi Europei in Polonia e Ucraina). Il 28 luglio 2011, a 24 anni, viene ceduto al Psg per 3,9 milioni di euro: per lui un contratto quadriennale da 1,2 milioni a stagione. E una serie infinita di trofei: 3 scudetti, 3 Supercoppe di Francia, 2 Coppe di Lega, 1 Coppa nazionale. Poi il buio, la panchina, i malumori, il lutto personale. Se non sarà a gennaio, sarà a giugno. Poco male: Sirigu ha preso la sua decisione di lasciare il Psg. Se la serie A sarà pronta a riabbracciarlo, solo il tempo (e il denaro) potranno dirlo.
Foto: goal.com