Trovarsi in corsa su tutti i fronti, a questo punto della stagione, è il sogno di ogni squadra di rango. Se poi nutri le velleità più grandi, quelle da Triplete, devi stare attento a non sbagliare. Nulla o quasi, dipende dalle singole situazioni. Ieri il Barcellona non soltanto non poteva permettersi di toppare a La Rosaleda, ma anzi doveva sfruttare l’occasionissima regalatagli da Griezmann, autore del pareggio colchonero nel derby di Madrid in casa Real. Ci si aspettava un Barcellona cannibale, dal momento che con un successo avrebbe scavalcato in testa alla Liga i blancos, che devono sempre recuperare una partita. Invece nel catino del Malaga è arrivata una brutta - quanto meritata - sconfitta con il più classico dei risultati, con l’espulsione di Neymar ad avvelenare ulteriormente la polpetta. E così la formazione di Zidane esce addirittura avvantaggiata dal sabato appena trascorso, dall’alto di un più 3 che potenzialmente vale un più 6. A sette giornate dalla fine della Liga sarebbe un vantaggio non di poco conto, per quanto debba ancora disputarsi il Clasico di ritorno. È vero che la Champions League può portare via energie, fisiche ma anche mentali, ma non crediamo che il ko di ieri sera sia da addebitare all’imminente impegno contro la Juventus: quella catalana è squadra più che abituata a questo tipo di sfide, dal 2006 in poi ha vinto quattro Coppe dalla grandi orecchie. Figuriamoci se può andare in tilt per un quarto di finale. Piuttosto va detto che ieri si è visto, per la settima volta quest’anno (tante le sconfitte in stagione), un Barça assolutamente umano, fallace, tutt’altro che perfetto, “uccellabile” come qualsiasi altra compagine che buca clamorosamente un fuorigioco su lancio dalle retrovie.
Proprio da qui partiamo per raccontarvi del nostro personaggio del giorno, colui che ha spezzato l’inerzia della gara capitalizzando in contropiede lo splendido assist lungo di Juankar, facendosi beffe nel taglio di Mathieu (sostituto dello squalificato Piqué), ultimo uomo lento a salire nell’occasione. Con quel preciso destro rasoterra, tra primo palo e Ter Stegen bella statuina in (incerta) uscita, Sandro Ramirez non soltanto ha deciso sostanzialmente il match (il raddoppio è arrivato, sempre di rimessa, al 90’), ma soprattutto ha sferrato un calcio bello e buono al suo passato. “V de vendetta”, titolava As per sintetizzare la situazione personale dell’attaccante classe 1995, cresciuto nella cantera del Barcellona e lasciato andare la scorsa estate, senza eccessivi rimpianti aggiungeremmo. Nessuna recompra, in aderenza ad un vecchio accordo che ha consentito al giocatore di liberarsi gratis, per poi firmare un triennale con il club della Costa del Sol. Sandro, memorizzata l’impossibilità di trovare spazio all’ombra del Camp Nou stante l’inamovibilità della MSN, sarebbe potuto andare via anche nel 2015, ma alla fine le due parti raggiunsero il gentlemen’s agreement e posticiparono il divorzio all’anno successivo. La società di Bartomeu, evidentemente, non ha creduto abbastanza nelle qualità del ragazzo, che all’età di 14 anni era sbarcato a La Masia proveniente dal vivaio del Las Palmas (squadra della sua città natale), al quale era approdato dopo aver mosso i primi passi da bambino nell’ A.D. Barrio Atlantico. E poche ore fa il destino ha spinto per l’ennesima applicazione della legge dell’ex. Nato il 9 luglio del 1995, Sandro Ramirez Castillo aveva percorso tutta la trafila delle giovanili in Catalogna: Cadete B, Juvenil B, Juvenil A, Barcellona B e prima squadra. A proposito, l’esordio tra i big era stato da predestinato: 31 agosto 2014, Luis Enrique lo lancia nella mischia, nella tana del Villarreal a 20 minuti dalla fine sullo 0-0, e lui si concede il lusso di siglare il decisivo 1-0 dodici minuti dopo, di sinistro su assist di Messi. I titoloni ai tempi si sprecarono, ma le cose poi sono andate diversamente e così, lo scorso 7 luglio, dopo 7 reti in 32 presenze con la camiseta culé (molte delle quali da subentrato), Sandro ha fatto i bagagli, ringraziando per l’opportunità concessagli, ed è andato a costruirsi la sua fortuna altrove. Sin qui la scelta ha pagato: 11 reti al primo anno di Malaga (9 nella Liga) per questo brevilineo specialista (175 cm per 71 kg) che riesce a coniugare al meglio tecnica e velocità, qualità evidenziate anche con le rappresentative inferiori della Spagna, dall’Under 17 all’Under 21. Vedremo se il Barcellona lo rimpiangerà anche a medio-lungo termine, di certo Sandro Ramirez ha consumato la più dolce delle vendette e oggi, nelle segrete stanze blaugrana, qualcuno la domanda verosimilmente se l’è posta.
Foto: Twitter Liga