Sansone esclusivo: “Voglio la Champions con il Neftci Baku. L’Italia mi ha chiuso le porte, ma…”
07.02.2019 | 14:00
Il made in Italy all’estero funziona, eccome. Sono tanti i calciatori e gli allenatori volati oltre confine negli ultimi tempi, quasi tutti con riscontri positivi. In Azerbaijan, per esempio, c’è un club blasonato come il Neftci Baku che quest’anno sogna concretamente di tornare a vincere il campionato dopo sei lunghi anni. Una squadra allenata da un italiano, Roberto Bordin, che nella terra dell’Est ha trovato la sua dimensione ideale e che da qualche giorno a questa parte può contare su un rinforzo di qualità ed esperienza. Stiamo parlando di Gianluca Sansone, classe ’87, che dopo 10 anni di militanza tra i professionisti nel calcio italiano, ha deciso di dare una svolta alla propria carriera e lasciare il Belpaese per fare la sua prima esperienza all’estero. L’ex attaccante di Samp, Toro e Sassuolo – tra le altre – ha infatti risolto il suo contratto con il Novara per trasferirsi al Neftci Baku: l’Azerbaijan sarà la casa di Sansone almeno fino a giugno del 2020, termine di scadenza dell’accordo con la nuova società. Un’operazione, curata dagli intermediari Bruno Fornasari e Marcello Sommi, che vi abbiamo raccontato con dovizia di dettagli. Gianluca Sansone diventa così il primo calciatore italiano nella storia del campionato azero, noi lo abbiamo intervistato in esclusiva per raccogliere le sue prime sensazioni.
Una lunga carriera in Italia e adesso, a 32 anni, la prima avventura all’estero. Cosa ti ha spinto ad accettare la proposta del Neftci Baku?
“Era già da un po’ di tempo che avevo in mente l’intenzione di fare un’esperienza fuori, cercavo una sfida che mi stimolasse davvero. Dall’Italia ho ricevuto diverse proposte, ma nessuna di queste mi stimolava. Mi hanno cercato anche club di altri campionati esteri, però quando ho ricevuto la chiamata del Neftci Baku non ho avuto alcun dubbio. Sono molto contento di essere qui, la squadra è prima in classifica, non posso desiderare nulla di meglio”.
Sei il primo calciatore italiano nella storia del campionato azero, un motivo d’orgoglio in più.
“Certamente, uno scenario inedito sia per me che per il club. Anche questo particolare ha influito nella mia scelta di accettare la destinazione. Quindi ho fatto le valigie e sono partito, è stata una trattativa lampo: nel giro di due giorni abbiamo fatto tutto e ora sono qui”.
In squadra però non sei l’unico a parlare italiano…
“Esatto, c’è il mister Roberto Bordin. Ho ricevuto la sua telefonata, mi ha detto di aver preso informazioni su di me e ha spinto affinché potessi raggiungerlo. Sicuramente è stato un fattore importante per la mia scelta”.
A livello di organizzazione societaria e strutturale che realtà hai trovato?
“A primo impatto ho trovato una realtà interessante, che sta cercando di rinnovarsi e che ha voglia di imparare. Magari non sono organizzati come le società di Serie A, però sono in piena fase di crescita. Si stanno mettendo in moto per avere centri sportivi all’avanguardia, gli stadi sono quasi tutti nuovi e di proprietà. Il calcio, così come il Paese, si sta sviluppando tantissimo”.
Che differenze ti aspetti in Azerbaijan rispetto al calcio nostrano?
“Da questi primi allenamenti che ho fatto con il Neftci Baku, devo dire che il tasso tecnico non è affatto inferiore rispetto a quello di altri campionati, a differenza di come pensano in tanti. E’ chiaro che a livello tattico sicuramente sono meno preparati di certi campionati europei, però mi è sembrata una squadra tutt’altro che sprovveduta. Il primo impatto è stato molto positivo”.
Neftci Baku di nuovo ai piani alti della classifica, primo al comando e a caccia di quel titolo che manca ormai da 6 anni. È l’anno buono per porre fine al monopolio del Qarabag?
“Domenica ho assistito allo scontro al vertice, è stata una partita alla pari. Il Qarabag ha mostrato più qualità a livello tecnico e sul piano del palleggio, potendo contare su qualche individualità interessante. Ma la nostra squadra era ben messa in campo e si è visto subito il grande lavoro fatto da mister Bordin. Sicuramente ce la giocheremo fino alla fine, c’è tanta fiducia. Anche perché l’attaccamento a questa maglia è molto forte, a partire dal presidente per arrivare ai giocatori passando per i dirigenti. Si aspettano tutti di vincere il titolo che manca da tanti anni”.
Vincere il campionato e giocare la Champions League con il Neftci Baku, un obiettivo o un sogno?
“E’ un obiettivo, non solo un sogno. L’idea di poter giocare la Champions è stato un ulteriore motivo che mi ha spinto a venire in questo campionato. Poter giocare in Champions, competizione che io non ho mai sfiorato neanche per sbaglio, sarebbe il coronamento di una carriera. A 18 anni sono partito dall’Eccellenza, a 25 sono arrivato in Serie A, adesso a quasi 32 anni il mio obiettivo è mettere piede in una competizione europea”.
Nel futuro di Sansone ci sarà di nuovo l’Italia?
“Ultimamente il calcio italiano mi ha chiuso un po’ le porte. E’ sempre bello giocare nei nostri campionati, però spesso quando si chiude una porta, si può aprire un portone, come dimostra la mia nuova avventura al Neftci. In ogni caso, mi auguro che più avanti ci sia ancora posto per me nel calcio italiano: è troppo presto per uscire definitivamente dai radar. A Novara è stata un’annata negativa per tanti motivi, una stagione storta non può cancellare quanto fatto di buono nel corso della mia carriera. Purtroppo il calcio va così, si rinnova in fretta. Ma in futuro mi auguro di poter tornare Italia. Non subito: ora voglio godermi questa nuova esperienza”.