Tutti abbiamo ancora negli occhi la sua galoppata coronata con il grande gol che ha steso l'Inter lunedì sera al Tardini. Stiamo ovviamente parlando di Nicola Sansone, una delle sorprese di questa serie A. Era un martedì, quando il 10 settembre di 21 anni fa nacque Nicola Sansone: venne alla luce a Monaco di Baviera, meta di emigrazione per i genitori cilentani che avevano abbandonato la loro Novi Velia per cercare fortuna in Germania. Quel ragazzino crebbe a pane e calcio, tifando l’Inter e avendo come miti Ronaldo, Baggio e l’Italia. Quando a undici anni entrò a far parte del settore giovanile del Bayern Monaco capì che se ce l’avesse messa tutta poteva diventare un calciatore, e poi chissà, un giorno avrebbe vestito la maglia azzurra della Nazionale del suo Paese. L’Italia. Coi bavaresi fa tutta la trafila fino al club satellite, il Bayern II, che milita in terza serie: trentadue partite e due gol, a 20 anni rimane senza contratto, su di lui si fionda il Parma di Ghirardi e Leonardi. Prima stagione a farsi le ossa e mai scelta sarebbe stata col senno di poi più azzeccata: destinazione Crotone, Sansone diventa un titolare inamovibile della formazione pitagorica, formando insieme ai vari Florenzi, Calil e Gabionetta un quartetto di tutto rispetto, col club calabrese, guidato da Menichini prima e Drago poi, che chiude con un ottimo 11esimo posto e soprattutto col terzo miglior attacco della Serie B (dietro il Pescara e la Reggina) a quota 60 gol, 5 dei quali realizzati proprio dall’italo-tedesco (più uno in Coppa Italia). Donadoni intanto a Parma relazioni, dopo ogni partita, sul suo conto: gli viene raccontato di un’ottima tecnica, un destro raffinato, corsa e intelligenza tattica, l’allenatore dei ducali si convince così a tenerlo in Emilia questa stagione, iniziata come meglio non si poteva immaginare