SANTON, IL PREDESTINATO
03.02.2015 | 11:45
Davide Santon è ufficialmente tornato a casa. Tante volte in passato, ci si è trovati a discutere, di quanto l’addio di Santon fosse stato decisamente prematuro. Un giocatore che ha esordito in serie A a 18 anni, con una personalità impressionante, un ragazzo che è riuscito ad entrare da subito nelle preferenze di un tecnico esigente come Mourinho. Definito da tutti un predestinato, associato spesso a Maldini e Facchetti; forse è stato proprio l’addio di Mourinho alla panchina dell’Inter, che ha fatto si che le strade si separassero. Ma il bello del calcio è che talvolta le storie si completano, ed ecco quindi il ritorno in nerazzurro di Davide. Nato il 2 gennaio 1991, alto 187 cm per 83 kg, un terzino di spinta, può giocare indifferentemente a destra o sinistra e anche in fase più avanzata, grazie ai trascorsi nelle giovanili da centrocampista. Prodotto del vivaio del Ravenna, nel 2005 l’Inter lo porta a Milano; con gli Allievi diventa campione nazionale e raggiunge una finale scudetto con la formazione Primavera. Dal 2008 viene aggregato alla prima squadra, il suo esordio arriva il 21 gennaio 2009, non in una sfida qualsiasi, ma Inter-Roma quarti di finale di Coppa Italia, che si conclude con la vittoria dei nerazzurri per 2 – 1. Impressiona da subito per la sua tranquillità e personalità, esordisce in campionato cinque giorni dopo, nella vittoria per 1 – 0 contro la Sampdoria. Appena diciottenne diventa titolare nella formazione di Mourinho; un mese dopo arriva anche l’esordio in Europa e che esordio: Inter-Manchester United per gli ottavi di finale di Champions League. Al termine di quella stagione, la Uefa lo inserisce tra i giocatori più promettenti del calcio europeo. Nella stagione successiva un problema al ginocchio lo tiene fuori fino a gennaio. Al suo rientro non ritrova la stessa continuità e il problema al ginocchio ha delle ricadute, vive dalla tribuna tutti i momenti chiave del triplete nerazzurro. Con Benitez, l’aria non migliora, gioca a singhiozzo e solo spezzoni di partita. 11 minuti nella semifinale di Intercontinentale contro il Seongnam e a gennaio passa al Cesena nell’operazione che porta Nagatomo in nerazzurro. Qui ritrova continuità e attira le attenzioni del Newcastle che ad agosto del 2011 lo acquista per 6 milioni di euro. Dopo una decina di panchine, diventa titolare inamovibile, gli inglesi lo adorano e lui trova l’ambiente ideale dove crescere. Tre stagioni ad altissimo livello, poi il ginocchio e il menisco hanno ricominciato a scricchiolare. Gioca un’unica partita in questa stagione: il 3 gennaio in FA Cup contro il Leicester, giusto in tempo per far capire a Mancini che è pronto per tornare a giocare.