Santopadre, un mercato in ritardo e le colpe a chi ne ha meno di lui
Il
Perugia ha deciso di sostituire l’allenatore, scelta libera perché qualsiasi dirigenza può fare ciò che ritiene. In bocca al lupo a
Silvio Baldini che torna in pista dopo non avere avuto la possibilità di godersi la promozione in
Serie B conquistata dopo una fantastica impresa a
Palermo. Ma sul banco degli imputati finisce, come spesso accade, il presidente
Massimiliano Santopadre, lo stesso che aveva portato il
Perugia in Serie C e che - per sua fortuna - aveva riscattato quella “prodezza” con una pronta risalita. Poi il brevissimo interregno
Alvini, autore di un eccellente lavoro, la clausola e l’addio perché non sarebbe stato possibile vietargli il salto in alto verso Cremona. Anzi, a volerla dire tutta, sarebbe stato più giusto liberarlo almeno un mese prima. Nulla. Poi la scelta
Castori, uno che in B ha fatto tanto e anche bene e che andrebbe scortato con idee chiare piuttosto che prenderlo e lasciarlo in balia delle onde. Perché poi Castori diventa “asino” che non sono e gli altri “scienziati” che mai sono stati. Infatti, è andata in onda la solita improvvisazione: niente Gondo (fatale l’irruzione dell’Ascoli che ha fatto in dieci minuti quanto il Perugia non è riuscito in settimane e settimane), niente Moncini (più sveglia la Spal), niente di niente. Salvo svegliarsi negli ultimi tre giorni di mercato, anche nelle ultime ore, quando le altre avevano fatto. E quando anche il Perugia avrebbe dovuto fare, considerato che stiamo parlando del campionato più complicato della storia. Abbiamo dato anche la sufficienza piena, probabilmente siamo stati troppo generosi. Insomma, il solito Santopadre: improvvisazione e avanti così. Alla ricerca - complicatissima - della credibilità smarrita... Foto: sito Lega Serie B