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Sarabia: “Per noi calciatori non c’è il congedo di paternità. E questo ci crea molti problemi”

28.03.2024 | 21:45

Durante l’intervista concessa al El Mundo, l’esterno offensivo del Wolverhampton, Pablo Sarabia, ha parlato di diverse tematiche, a cominciare dai suoi primi tempi in Inghilterra con la maglia dei Wolves: “I primi mesi sono andati davvero bene. Ho iniziato a giocare e a fare bene. Ma sentivo che il ritmo era molto alto, che stavano accadendo molte cose su cui non avevo alcun controllo e questo mi sopraffaceva. Inoltre, sono nati i miei gemelli, una cosa che ha cambiato parecchio la mia vita”.

Poi ha proseguito: “Per trasferirmi al Wolverhampton ho viaggiato con mia moglie incinta di otto mesi. Lei è stata coraggiosa, sapevamo che sarebbero arrivati ​​dei gemelli, ma mi ha detto di andare dove potevo essere felice, e a Parigi non ero più felice. Insomma, come dicevo, ho cominciato a giocare e in un mese e mezzo sono arrivati ​​i bambini. Naturalmente, questo ha cambiato tutto. I calciatori non hanno il congedo di paternità, i bambini sono nati di martedì, io avevo il mercoledì libero e il sabato già giocavo. La mia capacità di concentrazione era pari a zero e ho dovuto cambiare molte cose: dovevo dormire separato da mia moglie in modo che se i bambini si fossero svegliati questo non avrebbe compromesso il mio riposo”.

Infine: “Ho apportato modifiche anche all’alimentazione perché quando hai figli vivi per loro. Prima gli dai da mangiare e poi mangi, poi lo spuntino è già aggiunto alla cena, ed è molto importante per un atleta che gioca ad alti livelli sia riposarsi che preparare tutti i pasti. Mi sono adattato così tanto ai bambini che ho perso le abitudini che fanno parte del mio lavoro e ho dovuto essere più severo in questo. Il corpo è il mio strumento di lavoro, ecco perché è così importante. Guarda, un esempio: stavo cercando di mangiare al centro sportivo dopo l’allenamento, intorno alle 13:30. Ma quando stavano nascendo i bambini, volevo davvero vederli e, naturalmente, aiutare mia moglie, quindi andavo, davamo loro da mangiare e finivamo per mangiare alle 15:00. Ho dovuto cambiare questa cosa. Cenare? Non potevo cenare dopo aver messo a dormire i bambini, dovevo rifarlo prima, perché ho bisogno di digerire prima di andare a letto”.

Foto: Instagram Wolves