Sarri esclusivo: dopo 332 giorni rompe il silenzio e si racconta
Maurizio Sarri rompe il silenzio, a quasi un anno dall’addio alla Juventus, concedendoci un’intervista in esclusiva a Sportitalia. Ecco le dichiarazioni del nuovo allenatore della Lazio:
Sono 332 giorni che non parla, cosa ha fatto in tutto questo tempo?
“Niente di particolare, sono stato con la famiglia, ho letto tantissimo. Ho visto tante partite e ho fatto la cosa che mi piace di più, visto tante corse ciclistiche. Vengo da una famiglia di ciclisti. Mio nonno lo faceva e mio padre è stato corridore professionista. È una passione di famiglia”.
Quanto calcio ha visto in questo periodo?
“Tanto, non tantissimo. È stato un anno particolare, stare fuori non mi è pesato molto. Che tristezza gli stadi vuoti, la situazione non mi faceva venire voglia di tornare particolarmente”.
Lo scudetto con la Juve è stato un po’ sottovalutato?
“Era dato per scontato. All’esterno, ma devo dire anche all’interno. Abbiamo vinto uno scudetto senza festeggiarlo, ognuno ha cenato per conto suo. Probabilmente l’anno giusto sarebbe stato questo, dopo un quarto posto e ho visto che hanno festeggiato, probabilmente ci sono le condizioni ideali”.
Il quarto posto non andava festeggiato. O è stato poco festeggiato il suo scudetto?
“Credo sia stato poco festeggiato il mio. Una squadra che viene da 8 anni di scudetti può dare tutto per scontato, ma nel calcio e nello sport non è mai così”.
Un anno sabbatico perché non prende squadre in corsa, ci vuole del tempo per rendere efficace il suo lavoro?
“Un po’ per questo, ma anche perché quest’anno non c’erano le condizioni. Nel calcio dopo la pandemia era difficile rientrare con la voglia e le qualità giuste. Non mi ha pesato stare fuori, ora che si ricomincia a vedere un po’ di spettatori la voglia torna a prendere il sopravvento”.
De Laurentiis l’ha chiamata. Come mai non è stato considerato un ritorno a Napoli?
“Non avevo la certezza di poter essere molto utile in corsa. E perché non c’erano tanti presupposti. Tutte le società che mi hanno cercato durante la stagione hanno ricevuto la stessa risposta: che ero a disposizione, se volevano, per parlarne a luglio”.
Quindi conferma che il Napoli non l’ha cercata a luglio, ma a gennaio sì?
“Sì, non c’è stata una trattativa vera e propria, ma solo un’informazione sulla disponibilità”.
Torniamo alla famosa sostituzione di Ronaldo contro il Milan. Come si gestisce uno così? E il suo futuro alla Juve può essere l’anticamera per la Champions?
“La gestione di Ronaldo non è semplice, è una multinazionale che ha degli interessi personali da abbinare a quelli della squadra. È una situazione sicuramente difficile da gestire. Sinceramente io mi ritengo più bravo a fare l’allenatore e non il gestore, è una cosa che non mi piace, mi annoia e mi diverto di più in campo. È una gestione difficile, ci sono poi tanti aspetti positivi perché a fine anno Ronaldo porta risultati importanti”.
Ora Jorginho viene considerato un potenziale vincitore del Pallone d’Oro. È da Pallone d’Oro?
“Se vincesse anche l’Europeo, è chiaro che lo diventerebbe. È un giocatore raffinato, probabilmente non capibile da tutti. Devi mettergli gli occhi addosso e guardare solo lui in partita. È tanto bravo e intelligente che fa sembrare tutto facile, raramente ti rimane negli occhi qualcosa di spettacolare. Questa è la sua grandezza”.
Dybala è in scadenza, come si recupera?
“Non penso sia difficile, è un fuoriclasse”.
È vero che le ha detto che vorrebbe essere allenato ancora da lei?
“Sì, vero. Ma viene da un anno strano, ha avuto tanti infortuni, non ha avuto mai la possibilità di andare al cento per cento. Però quando un giocatore ha le sue qualità diventa semplice recuperarlo. La Juve o ci punta o lo cede”.
Chi è il nuovo Maurizio Sarri?
“A me piace molto De Zerbi. Sono esterrefatto dal fatto che un ragazzo di quella età scelga un’esperienza all’estero e non ci sia una grande che abbia pensato a lui. Secondo me ha fatto bene ad andare allo Shakhtar, mi dispiace non vederlo nel nostro campionato. Poi ci sono altri ragazzi giovani bravi, come Italiano o altri, ma De Zerbi penso abbia dimostrato di poter allenare una grande”.
Dopo Udinese-Juventus è vero che ha litigato quasi a livello fisico con Nedved?
“No, non è assolutamente vero. C’erano normali discussioni post partita. Non mi è piaciuto che la squadra dopo aver praticamente vinto il campionato avesse un po’ mollato. Non mi piacciono questi atteggiamenti, perché staccare la spina e riattaccarla dopo non è semplice. La squadra doveva tirare al massimo fino a fine campionato per poi presentarsi il più pronti possibile alla Champions anche se non era semplice perché avevamo giocato tante partite in 50 giorni. Per me staccare la spina era un errore”.
Si è divertito più al Chelsea o alla Juve?
“Mi sono divertito di più al Napoli. E gli ultimi mesi al Chelsea”.
L’anno dei 91 punti, quella famosa storia dello scudetto perso in albergo. Cosa dice a riguardo?
“Resto di quell’idea, tutti quelli che fanno sport sanno a cosa mi riferivo. Poi ci si può costruire sopra qualsiasi sfottò, la realtà è che la squadra ha visto uno spiraglio aperto. Chi ha vissuto quella notte sa a cosa mi riferivo, quando sono salito in camera ho visto giocatori piangere per le scale: c’è stato un contraccolpo feroce, come se fosse finito un sogno dopo quegli episodi discutibili”.
Si aspettava un allenatore come Pirlo, senza esperienza, dopo di lei?
“Non lo so, questo è l’effetto Guardiola che ha fatto tanti danni alla fine. Si è presa un’eccezione come se fosse una regola e si corre il rischio di bruciare dei ragazzi che dopo qualche anno sarebbero grandi allenatori. Sulla scelta va chiesto ai dirigenti della Juventus, non a me. A volte si rischia di frenare carriere a ragazzi che potrebbero diventare molto bravi con un pizzico di esperienza in più”.
Quanto è stato vicino alla Roma?
“Non lo so, non ci ho mai parlato direttamente. Secondo i miei agenti abbastanza vicini, però non lo so”.
La sera di Juve-Lione lei è consapevole che sarebbe stato il suo unico anno alla Juve?
“Io a metà ottobre ho fatto una riunione con lo staff, ho detto loro di scegliere. La mia domanda era: andiamo a dritto per la nostra strada e andiamo a casa tra 20-30 giorni o facciamo compromessi e vinciamo lo scudetto sapendo che saremmo andati a casa lo stesso? Abbiamo provato a vincere lo scudetto lo stesso”.
L’ha cercata la Fiorentina? La Granovskaia l’avrebbe tenuta al Chelsea?
“Prima di Prandelli, non dopo. Ho risposto sempre la disponibilità per giugno. Al Chelsea ho fatto un errore clamoroso, quello di voler tornare in Italia a tutti i costi. Marina mi ha fatto un ostruzionismo per lasciare il Chelsea, avevo questa voglia di tornare in Italia. Il Chelsea è una grandissima società, negli anni dopo ha preso tanti giovani adatti a me. Ho vissuto un anno particolare, nel quale Abramovich non poteva entrare in Inghilterra e avevamo un proprietario non presente sul territorio. Una situazione abbastanza difficile, tutto in mano a Marina e aveva mille problemi da risolvere, l’aspetto calcistico era in mano a noi dello staff, non avendo il potere economico a disposizione. Poi sono arrivati Werner, Havertz, Mount, Ziyech: tutti adatti a me e al mio modo di giocare”.
Vedrebbe bene Giroud al Milan?
“È un grandissimo professionista, uno di quelli che nel momento del bisogno c’è sempre. Prima della finale di Europa League, Zola mi chiese che idee avessi: io gli risposi che l’indomani avrebbero giocato di sicuro Giroud e Pedro, gli altri nove li avrebbe scelti lui. Sono due che non hanno mai fallito una finale”.
Si aspettava una nazionale così bella a Euro 2020?
“Non ho visto tante partite dell’Europeo, quelle dell’Italia quasi tutte. Mi sembra che siamo palesemente la squadra che gioca il miglior calcio. Dalle scelte che erano state fatte mi aspettavo una squadra brillante e tecnica, penso che Mancini sia stato bravo in quello: aveva in mente un tipo di calcio ed è stato bravo a scegliere i giocatori giusti”.
De Laurentiis? “Non è un presidente semplice, ma i risultati li porta”.
Lotito con De Laurentiis c’entra poco?
“Per quello che l’ho conosciuto sì, ma le esperienze pre-campionato sono tutte belle e facili, mi auguro che la mia sensazione sia quella giusta”.
Si conclude l’intervista di Maurizio Sarri a Sportitalia.