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Sarri esclusivo: dopo 332 giorni rompe il silenzio e si racconta

05.07.2021 | 23:00

Maurizio Sarri rompe il silenzio, a quasi un anno dall’addio alla Juventus, concedendoci un’intervista in esclusiva a Sportitalia. Ecco le dichiarazioni del nuovo allenatore della Lazio:

Sono 332 giorni che non parla, cosa ha fatto in tutto questo tempo?
“Niente di particolare, sono stato con la famiglia, ho letto tantissimo. Ho visto tante partite e ho fatto la cosa che mi piace di più, visto tante corse ciclistiche. Vengo da una famiglia di ciclisti. Mio nonno lo faceva e mio padre è stato corridore professionista. È una passione di famiglia”.

Quanto calcio ha visto in questo periodo?
“Tanto, non tantissimo. È stato un anno particolare, stare fuori non mi è pesato molto. Che tristezza gli stadi vuoti, la situazione non mi faceva venire voglia di tornare particolarmente”.

Lo scudetto con la Juve è stato un po’ sottovalutato?
“Era dato per scontato. All’esterno, ma devo dire anche all’interno. Abbiamo vinto uno scudetto senza festeggiarlo, ognuno ha cenato per conto suo. Probabilmente l’anno giusto sarebbe stato questo, dopo un quarto posto e ho visto che hanno festeggiato, probabilmente ci sono le condizioni ideali”.

Il quarto posto non andava festeggiato. O è stato poco festeggiato il suo scudetto?
“Credo sia stato poco festeggiato il mio. Una squadra che viene da 8 anni di scudetti può dare tutto per scontato, ma nel calcio e nello sport non è mai così”.

Un anno sabbatico perché non prende squadre in corsa, ci vuole del tempo per rendere efficace il suo lavoro?
“Un po’ per questo, ma anche perché quest’anno non c’erano le condizioni. Nel calcio dopo la pandemia era difficile rientrare con la voglia e le qualità giuste. Non mi ha pesato stare fuori, ora che si ricomincia a vedere un po’ di spettatori la voglia torna a prendere il sopravvento”.

L’ha cercata la Fiorentina? La Granovskaia l’avrebbe tenuta al Chelsea?
“Prima di Prandelli, non dopo. Ho risposto sempre la disponibilità per giugno. Al Chelsea ho fatto un errore clamoroso, quello di voler tornare in Italia a tutti i costi. Marina mi ha fatto un ostruzionismo per lasciare il Chelsea, avevo questa voglia di tornare in Italia. Il Chelsea è una grandissima società, negli anni dopo ha preso tanti giovani adatti a me. Ho vissuto un anno particolare, nel quale Abramovich non poteva entrare in Inghilterra e avevamo un proprietario non presente sul territorio. Una situazione abbastanza difficile, tutto in mano a Marina e aveva mille problemi da risolvere, l’aspetto calcistico era in mano a noi dello staff, non avendo il potere economico a disposizione. Poi sono arrivati Werner, Havertz, Mount, Ziyech: tutti adatti a me e al mio modo di giocare”.

Vedrebbe bene Giroud al Milan?
“È un grandissimo professionista, uno di quelli che nel momento del bisogno c’è sempre. Prima della finale di Europa League, Zola mi chiese che idee avessi: io gli risposi che l’indomani avrebbero giocato di sicuro Giroud e Pedro, gli altri nove li avrebbe scelti lui. Sono due che non hanno mai fallito una finale”.

Si aspettava una nazionale così bella a Euro 2020?
“Non ho visto tante partite dell’Europeo, quelle dell’Italia quasi tutte. Mi sembra che siamo palesemente la squadra che gioca il miglior calcio. Dalle scelte che erano state fatte mi aspettavo una squadra brillante e tecnica, penso che Mancini sia stato bravo in quello: aveva in mente un tipo di calcio ed è stato bravo a scegliere i giocatori giusti”.

De Laurentiis? “Non è un presidente semplice, ma i risultati li porta”.

Lotito con De Laurentiis c’entra poco?
“Per quello che l’ho conosciuto sì, ma le esperienze pre-campionato sono tutte belle e facili, mi auguro che la mia sensazione sia quella giusta”.

Si conclude l’intervista di Maurizio Sarri a Sportitalia.