Sarri, la risposta su Tare conferma una necessità. Ci sono opinionisti e opinionisti
Le parole di Maurizio
Sarri, mercoledì sera dopo la vittoria sul
Sassuolo, confermano quanto a fine stagione, magari tra quindici giorni, sarà fondamentale un confronto con il presidente
Lotito per preparare bene il futuro. E confermano soprattutto quanto vi raccontiamo da oltre un anno: incompatibilità totale con
Tare. L’argomento è stato snobbato o ignorato da chi ha fatto finta di nulla anche dinanzi all’evidenza dei fatti. Prima della sfida di domenica scorsa, il direttore sportivo Tare aveva messo pressioni sul secondo posto, come se non fosse già un grande successo arrivare quarti (e quindi in Champions) all’ultimo minuto dell’ultima giornata. Sollecitato mercoledì, Sarri è stato tranciante:
“Cosa penso della parole di Tare? Come ho sempre detto io ho una testa e penso con la mia, quindi non mi interessa più di tanto”. Vedremo cosa dirà Tare domani, possibile che parli di rimpianti-scudetto… Traduzione, siamo in pieno “aut aut”, la presenza dell’uno esclude quella dell’altro. E hanno scarso significato, le considerazioni di ex allenatori oggi travestiti da opinionisti, pronti a spargere veleno alla prima sconfitta. Oppure a dare consigli improbabili, come se fossero reduci da una carriera memorabile. Per esempio Bruno
Giordano che, se avesse prodotto in panchina l’un per cento di Sarri, avrebbe svoltato. Una carriera ricca di esoneri e dimissioni, dal 1997 al 2014, a parte uno zuccherino con il
Crotone. Ecco i numeri di Giordano da allenatore: esonerato a
Tivoli, Fano, Frosinone, Lecco, L’Aquila, Catanzaro, Messina e
Ascoli, retrocesso a
Pisa e a
Terni (in quest’ultimo caso subentrato a
Orsi, un altro ex laziale che fatica parecchio a riconoscere i meriti di Sarri e che adesso si concentra su
Marcos Antonio e
Basic)
. Percorso netto, quello di Giordano, talmente netto (al contrario) che prima di esprimere un giudizio su Sarri bisognerebbe chiedere l’autorizzazione, piuttosto che interrogarsi sul mancato utilizzo di
Cancellieri. Gli regaliamo questa statistica: Sarri ha vinto 150 partite in Serie A in 261 partite e 7 campionati, nessuno ha fatto meglio. Morale: le critiche ci stanno sempre ma bisogna essere in grado di farle, magari dopo un percorso da allenatore almeno con qualche risultato. I giudizi lucidi e competenti fanno la differenza, come quello di Angelo
Gregucci, complimenti. Un’ultima cosa: all’opinionista che si meraviglia sul fatto che Sarri non sia stato attaccato per aver espresso giudizi su
Ghersini contrariamente a
Mourinho, basterebbe raccontare i fatti. E aggiungere, svestendo la maglia, che Sarri - contrariamente a Mourinho - mai si è permesso di attaccare la sua società. Cosa che Mourinho ha fatto pesantemente dopo
Monza, malgrado un arbitraggio che non ha inciso sul risultato. La differenza è talmente strisciante che la coglierebbe anche un bambino di 5 anni e che non fa il cronista. Ogni tanto bisognerebbe giudicare evitando paralleli assurdi e senza senso. Foto: Instagram Lazio