Sarri-Lazio: la crisi di rigetto era solo una barzelletta
Anche un bambino di quattro anni capirebbe che per memorizzare un nuovo mondo tattico, il famoso 4-3-3 di Maurizio Sarri, c’è bisogno di tempo. Anzi, il bambino - che non è prevenuto - aggiungerebbe altri particolari in cronaca: la Lazio è abituata a giocare in un altro modo da una vita, Sarri ha avuto sempre bisogno di qualche mese almeno. Il mercato ha aiutato parecchio ma non fino in fondo: Zaccagni è un buon acquisto, tuttavia non si tratta di un esterno offensivo e quindi bisogna lavorarci. Eppure, vediamo rilanciate sul web considerazioni e articoli senza un senso, se non fosse per la prevenzione di chi scrive queste cose. Addirittura si è parlato di una crisi di rigetto della Lazio, come se non ci fosse la volontà dei protagonisti di entrare in un nuovo mondo tattico. E’ l’esatto contrario. La ingegnose interpretazioni di chi si occupa di Lazio da una vita e pensa di poterla incartare a tutti anche adesso che non è più come prima... Anzi, è peggio di prima. Ma se volessimo il massimo dell’umorismo, basterebbe soffermarsi sul contropiede di Sarri, un’altra barzelletta. Quindi, riepilogando: se Sarri non avesse cambiato un po’, sarebbe stato un integralista. Ora che ha cambiato un po’, è contropiede. In realtà, se entriamo in un asilo anche i bambini sanno che un trapianto tattico così complicato ha bisogno di tempo e non di qualche settimana. Certo, se esistesse l’ausilio dei risultati sarebbe meglio, ma ovviamente non si può ribaltare il giudizio dopo due partite. Invece, accade addirittura questo, coerenza zero. La famosa crisi di rigetto di una settimana fa è diventata l’esatto contrario dopo la prestazione in Europa League contro la Lokomotiv. In una settimana è cambiato il mondo? Incredibile, impossibile, inconcepibile.
FOTO: Twitter Lazio