Sarri, un anno e mezzo di lavoro tra “orfanelli” e giudizi “al salmone”

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Maurizio Sarri è a un anno e mezzo di lavoro con la Lazio e sta vedendo frutti importanti. Già pensare che la Lazio, senza un vice Immobile, debba competere con l’Inter di Lukaku, Lautaro e Dzeko, ma anche con la Roma di Abraham, Dybala, Belotti e Solbakken, è un esercizio complicato. Ci sta provando. Ma ha trovato un ambiente, soprattutto mediatico, difficile, ostile, fatto di “orfanelli” che criticano a prescindere, di ex specialisti di slalom gigante degli Anni Ottanta che non vedono l’ora di vomitare veleno. Per non parlare di quelli che - dopo la vittoria di Napoli - hanno dedicato un tweet forzatissimo e di presunta euforia, soltanto perché lo hanno sempre fatto dopo ogni partita della Lazio. Gli “orfanelli” sono quelli che tifano Lazio facendo i giornalisti, che sono legati a Igli Tare e che non sanno o fanno finta di non sapere che il futuro dell’allenatore sia legato a quello di Tare (in scadenza). Lo ripetiamo da un anno abbondante: l’uno esclude l’altro, sono incompatibili. Ora se ne sono accorti tutti. Gli “orfanelli” magari confidano in qualche inciampo della Lazio e per farlo creano pressione a Sarri, lo ritengono uno pseudo allenatore, sparano addosso in qualche trasmissione da televendita salvo poi nascondersi all’ultimo posto quando il valore aggiunto - che per loro non esiste - si materializza sempre più. Tra tanti cori stonati, di gente che non vuole certo il bene della Lazio, abbiamo apprezzato un intervento di Daniele Baldini su Radio Sei. Un intervento lucido, con la schiena dritta, non condizionato da interessi personali e difese d’ufficio prevenute. Finalmente un giudizio lucido tra opinionisti che, dopo una vita da portieri, da attaccanti anche eccellenti ma da allenatori senza medaglie al petto e collezionisti di esoneri, fanno fatica a digerire le imprese della Lazio. Un allenatore va criticato sempre, quando sbaglia, a patto che la scelta - in malafede - non sia quella di pungere a prescindere. Un’ultima cosa: la Lazio non ha un vice Immobile, è passata da Muriqi (voluto da Tare e costato quasi 20 milioni) a... nessuno. Eppure abbiamo ascoltato qualche “salmone” dire che si è infortunato perché non avrebbe dovuto giocare a Cluj. In quella partita alla Lazio ne mancavano già cinque o sei, se non avesse giocato Immobile - con la qualificazione in bilico - sarebbe stato un rischio ancora più grande. E quindi si sarebbe infortunato per questo, piuttosto che per la sua grande generosità nell’aver giocato in situazioni a rischio. Ma i giudizi al “salmone”, gli stessi di chi promuoverebbe qualsiasi campagna acquisti del suo direttore sportivo preferito, fanno comprendere quando sia complicato per Sarri lavorare contro qualche mulino a vento che - dinanzi a una vittoria della Lazio - fa finta di sorridere mentre gli viene da piangere. Foto: Twitter Lazio