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SARRIMANIA

16.03.2015 | 23:54

Lo conosco da un pezzo, è un grande lavoratore. Un perfezionista. Maurizio Sarri ha incassato esoneri su esoneri, nessuno gli ha regalato un centesimo. E’ ripartito da zero, non ha avuto spinte. Anzi: una parte della critica lo ha massacrato. Lo hanno giudicato per il suo look, esattamente come giudicavano Ballardini perché indossava gli occhiali scuri anche se nevicava. Quando dicono “parliamo di calcio che è meglio” a certa gente bisognerebbe spiegarlo bene. Forse poi scopriremmo i limiti: c’è chi parla di altro (look, gastronomia, gossip) perché non saprebbe diversamente come fare e cosa fare.
Dicevo di Sarri. Ha ingoiato la polvere della vecchia serie C, ha masticato amarezze. Fumando, ha aspirato più del solito, gli hanno addirittura dato la patente del “fallito”. In Italia funziona così: ci sono allenatori che hanno sponsor indipendentemente da tutto, che bucano quattro stagioni di fila e sono “sfortunati”. Poverini. Nulla contro Inzaghi, avrà tempo e modo di dimostrare, ma per il momento siamo all’encefalogramma piatto. Stiamo aspettando un’idea, non se la prenda Pippo. Lui dice: “Ma mi criticano quelli che tre mesi fa dicevano che il Milan stava giocando un buon calcio”. Quelli che parlavano di “buon calcio” erano sintonizzati probabilmente su un altro canale. Dai Pippo, sai di dire una cosa non vera. Non sei l’unico colpevole, ma sai di essere colpevole. E non te la puoi prendere se alcuni giornalisti parlano di Sarri come tuo possibile erede. Noi abbiamo giocato d’anticipo: non per citarci, ma perché ricordiamo quella notte di martedì scorso, ci hanno raccontato cose eccitanti, alcune molto segrete. Due giorni dopo Sarri è finito sui titoli di tutti i giornali e nei sommari di qualsiasi telegiornale sportivo. Caro Pippo, l’ho già detto e lo ripeto: se avessero fatto a te quello che hanno fatto a Seedorf un anno fa di questi tempi, ti sarebbero venuti i capelli bianchi.
La Sarrimania ha un concetto preciso: respiriamo calcio, minuto per minuto. Ci sono studi profondi, i dettagli e i particolari sviluppati minuziosamente. La Sarrimania ha movimenti precisi, organizzazione totale, ricerca del particolare. Hanno scherzato sui 33 schemi su palla inattiva, Maurizio si è anche un po’ ribellato, ma in effetti ha un catalogo primavera-estate che farebbe invidia a chiunque. Lui prova e riprova, con i modi giusti e con la pazienza di un trentacinquenne alla prima esperienza. Sembra burbero, ha un carattere non facile, ma ha una grande profondità e una cultura del lavoro con pochi precedenti.
In tanti mi hanno chiesto: ma sarebbe da Milan? Secondo me sì. Non soltanto è un grande allenatore, ma ti trasmette la filosofia di chi sa come mettere su un piano di lavoro. Sarri non si presenta con la spocchia, si presenta con la voglia di andare sul campo e fare scuola. In un Milan che oggi deve cercare una strada nuova sarebbe l’ideale. C’è un “però”: se scegli Sarri ti devi sposare e garantire fedeltà; non ti puoi fidanzare oppure avere una storiella, sarebbe il più grave errore. Se scegli Sarri gli devi dare le chiavi e metterlo al centro di tutto, lasciando perdere il resto. Esattamente come, in tempi non sospetti, Berlusconi fece con Sacchi: uno scudo assoluto quando i risultati non arrivavano, messaggi trasversali mandati a tutti, della serie “pensatela come volete, ma Arrigo non si tocca”. Quello scudo consentì all’allenatore, nominato da pochi mesi, di superare i temporali, le grandinate, le bufere. E di trasmettere poi quella filosofia che fu giustamente considerata come una delle più grandi svolte epocali degli ultimi vent’anni.
Sarrimania. Sarà un ritornello, un tormentone a strisce rosse e nere. Quel flirt che può diventare un innamoramento, se non lo è già. Importante che non sia una semplice cotta, non lo sarebbe. Buona attesa, Maurizio: aspira una sigaretta a pieni polmoni e chiuditi nel tuo mondo. Presto si spalancheranno le porte.