Scelte supponenti e addio alla “sua” FA Cup: Wenger oltre il fondo del barile

Arsene Wenger aveva troppa nostalgia della bufera, mediatica e ambientale, che spesso lo ha coinvolto negli ultimi anni. Non si spiega altrimenti la formazione, scellerata, presentata dal tecnico transalpino per la sfida dei trentaduesimi di finale contro la nobile decaduta Nottingham Forest, che, forte del sostegno del pubblico amico, ha puntualmente eliminato i Gunners dalla Coppa d’Inghilterra con il risultato di 4-2. L’Arsenal era la detentrice del trofeo, oltre che primatista assoluta di vittorie nella competizione (13), così come il buon Arsene è il recordman assoluto a livello di allenatori, avendo trionfato in ben 7 occasioni. Ma evidentemente il longevo tecnico francese, in sella da lontanissimo 1996 e che non vince la Premier addirittura dal 2004, non è amante della “routine”. Nemmeno della più saporita. E così ha tirato fuori dal cilindro un undici buono neanche per il primo turno di Coppa di Lega, decisamente più snobbata dai club inglesi: titolari di fatto esentati dall’impegno, neanche in panchina. Sui social ha ripreso piede il tormentone “Wenger out”, inevitabile considerata l’importanza rivestita dalla FA Cup in terra d’Albione. A maggior ragione si si pensa che quest’anno l’Arsenal, per la prima volta dopo un ventennio, non partecipa alla Champions League e in campionato la classifica non lascia presagire nulla di buono nemmeno per la prossima edizione (londinesi attualmente sesti a meno 5 dal Liverpool quarta forza, il City capolista ha 23 punti in più). Se a tutto ciò aggiungiamo le note situazioni che chiamano in causa i partenti – verosimilmente a giugno, a parametro zero – Alexis Sanchez e Mesut Ozil, il piatto del supponente Wenger, al quale nei mesi scorsi è stato rinnovato il contratto fino al 2019, non può che piangere miseramente. Perché non era certo questa la partita per dare spazio alle seconde o terze linee. Già raschiato il fondo del barile, siamo oltre.

Jody Colletti

Foto: sito ufficiale Arsenal