Scontri prima di Perugia-Cesena: emanati 19 DASPO

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La Polizia di Stato di Perugia ha emesso 19 provvedimenti di DASPO nei confronti di altrettanti tifosi che lo scorso 23 dicembre, nel corso della partita di calcio Perugia-Cesena, valevole per il campionato nazionale di calcio di serie C, si sono resi responsabili di scontri in via Trasimeno Ovest, in prossimità dello Stadio “R. Curi”. In quell’occasione, grazie all’immediato intervento del personale impiegato nei servizi di Ordine Pubblico, è stato possibile sedare lo scontro e disperdere i contendenti – poi datisi alla fuga - evitando gravi conseguenze per l’ordine e la sicurezza pubblica. Grazie alle indagini della Digos di Perugia, con la collaborazione della Digos di Forlì Cesena, e all’attenta visione delle immagini del sistema di videosorveglianza nonché alle riprese effettuate dalla Polizia Scientifica, gli investigatori sono risaliti all’identità dei tifosi responsabili.
Inoltre, nei confronti di 15 destinatari dei provvedimenti – appartenenti sia alla tifoseria perugina che cesenate - è stata anche applicata la prescrizione dell’obbligo di comparizione presso la Polizia Giudiziaria in occasione degli incontri di calcio disputati, rispettivamente, dal Perugia e dal Cesena, per un periodo variabile da 1 a 5 anni tenuto conto della gravità delle singole condotte. Ai destinatari dei provvedimenti sarà, altresì, interdetto – a partire da due ore prima e sino a due ore dopo la conclusione della manifestazione sportiva – l’accesso e lo stazionamento in un’area ricompresa in 400 metri di distanza dai luoghi antistanti lo stadio, le stazioni ferroviarie interessate dall’arrivo o dalla partenza dei tifosi, i parcheggi pubblici serventi gli impianti sportivi, i luoghi di allenamento e i ritiri delle squadre di calcio, nonché, in un’area ricompresa in 200 metri di distanza dagli altri luoghi interessati alla sosta, al transito o al trasporto di coloro che partecipano o assistono alle medesime manifestazioni. L’eventuale violazione del divieto potrà essere punita con la pena di reclusione da uno a tre anni e con la multa da 10mila a 40mila euro. Foto d'archivio