Se Conte dicesse quelle cose dopo una vittoria, sarebbe un successo
09.11.2019 | 15:15
Antonio Conte ha espresso un concetto di un’ingenuità enorme: se l’Inter vince è merito mio, se perde è colpa degli altri. Il senso è questo, un clamoroso autogol. E anche una mancanza di rispetto nei riguardi di chi lo paga profumatamente e dovrebbe essere rispettato. E poco importa che alla vigilia di Inter-Hellas abbia detto che non era uno sfogo. Cos’era, una carezza? Conte è un grande allenatore, anzi grandissimo, che molto spesso si perde in queste situazioni come spesso accade a un bimbetto capriccioso che manca di rispetto a mamma e papà. E il rispetto dovrebbe essere la prima cosa, fino a prova contraria che non c’è. Qualcuno non avrebbe rispettato i patti? Conte avrebbe dovuto dirlo prima e non ora, troppo facile sempre dopo una sconfitta o un risultato non buono. E queste sono dichiarazioni che cancellano qualsiasi forma di armonia e di rispetto dei ruoli. Come se un impiegato dicesse che il suo datore di lavoro è un incapace, siamo lì. Peggiore autogol Conte non avrebbe potuto fare. Ma lui è così, proprietario di un super ego infinito, come se gli altri (presidente, amministratori, direttori) non contassero un tubo. Invece contano, eccome se contano. Perché lo rispettano, eccome se lo rispettano. E lo riempiono d’oro, eccome se lo riempiono d’oro. La prossima volta dica le stesse cose dopo una vittoria, non dopo una sconfitta: sarebbe un successo. Si costruisce anche e soprattutto così.
Foto: Twitter ufficiale Inter