Sempre più top club utilizzano la formula della “recompra” nelle trattative. Il motivo

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Il calciomercato cambia e si evolve a ritmi vertiginosi, e con esso le trattative e le clausole presenti all'interno dei contratti. Negli ultimi anni questa continua evoluzione ha portato grandi club europei a tutelare l'addio ai propri giovani verso altri lidi, tramite l'inserimento dell'ormai celebre formula della recompra. Quest'ultima permette, alle squadre che cedono in via definitiva un calciatore, di avere il diritto al riacquisto dello stesso in modo prioritario, ad una cifra concordata in fase di trattativa. Una specie di clausola rescissoria, valida però soltanto per il club che ha ceduto il calciatore. Negli ultimi anni, gli esempi di trattative con all'interno il diritto di recompra sono numerosi. Zirkzee (dal Bayern al Bologna), Abraham (dal Chelsea alla Roma), Fabbian (dall'Inter al Bologna), Xavi Simons (dal PSG al PSV) o lo stesso Rafa Marin in questa sessione di mercato (dal Real al Napoli). Il motivo di questa tendenza è relativamente semplice: la FIFA ha imposto, negli ultimi periodi, alcuni limiti sulle cessioni in prestito dei giocatori da parte dei club, che numericamente passano da 8 a 6. Inoltre, oltre ai muri burocratici della FIFA, le grandi squadre hanno sempre maggiore necessità di apportare a bilancio delle plusvalenze per rientrare nel range imposto dal Fair Play Finanziario. Proprio per questo, il più delle volte si preferisce vendere i calciatori più giovani, conservando però la possibilità di ricomprarli ad un prezzo accessibile nel caso in cui il loro valore dovesse crescere esponenzialmente.