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Da Setti a D’Amico: povero Hellas, meriti molto di più

04.05.2019 | 23:50

Il calcio non è improvvisazione, ma organizzazione e competenza. L’Hellas Verona riesce a fare tutto al contrario, neanche se lo facesse apposta potrebbe peggiorare. Dal presidente Setti al direttore sportivo D’Amico: storia di un indecisionista che quando scende in campo (Aglietti in panchina) lo fa in modo tardivo e inopportuno. E di un direttore sportivo che ha scoperto di poter lavorare in serie B senza un perché. Della sua stagione da strafalcioni gestionali (un direttore dovrebbe avere il controllo, lui lo ha al contrario) ricordiamo una conferenza stampa dopo il pareggio contro il Crotone fatto di insulti verso i giornalisti locali che – poverini – durante la settimana avevano osato criticare. Povero Hellas, sei passato da Sean Sogliano (una promozione dalla B e due signori campionati in A) a D’Amico, sorvoliamo pure sulle precedenti tappe intermedie. Ma come si può, caro presidente Setti, incontrare Cosmi diversi mesi fa per poi condizionare il suo arrivo al successivo risultato negativo di Grosso che poi ha regolarmente vinto ed è rimasto in sella? Che strategia è, quali sono gli esempi? Non basta avere un buon organico se manca tutto il resto. E lo diciamo comunque vada l’epilogo della stagione, certe cose possono anche arrivare per caso. Ma sarebbe un caso, dopo una gestione senza capo né coda: povero Hellas, meriti molto di più.