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Shevchenko: “Milan, che brividi a San Siro per lo scudetto e il Pallone d’oro. Porterò l’Italia sempre con me”

02.04.2020 | 18:22

Andriy Shevchenko, commissario tecnico dell’Ucraina ed ex attaccante del Milan, è tornato a parlare della sua esperienza in Italia durante un’intervista ai canali ufficiali del club rossonero: “Il Milan mi seguiva da due anni prima che tutto iniziasse e avevo la chiara concezione di come le cose funzionassero. La polarità del calcio italiano in quel periodo era enorme, soprattutto per squadra come Juventus, Milan, Roma e Napoli, le squadra al comando in quegli anni e con i giocatori migliori. Avevo 22 anni ed ero pronto per la fase successiva della mia carriera. Mettermi alla prova nel campionato più impegnativo, giocare contro le migliori squadre del mondo. All’inizio ho fatto fatica ad adattarmi. L’allenatore di allora, Alberto Zaccheroni, fu molto importante per iniziare la mia carriera al Milan. L’anno in cui vincemmo lo scudetto fu una lotta tra Milan, Juventus e Roma. Alla fine del girone d’andata penso fossimo secondi a 7/8 punti dalla Roma. Avevamo una gara fondamentale all’Olimpico e siamo riusciti a vincerla. Poi nel giro di una settimana abbiamo accorciato le distanze, eravamo dietro di un solo punto e nel giro di un mese li staccammo di 4/5 punti. Quei due mesi di gennaio e febbraio furono estremamente positivi per noi. Vincere lo Scudetto a San Siro contro la Roma che era una diretta concorrente fu semplicemente un giorno indimenticabile. Ricordo quanto fosse speciale vedere i tifosi del Milan allo stadio, festeggiare quella grande squadra. E’ stato uno dei momenti più belli della mia carriera. Il Pallone d’oro? Lo puntavo da molto tempo, ci ero andato vicino e alla fine me lo sono meritato. Mi avevano votato per quello che avevo fatto vedere in quella stagione, quindi è stato un anno speciale per me. E’ stato veramente emozionante, ma ancora di più quando la partita successiva in casa, dopo aver vinto il Pallone d’oro, mi fu consegnato davanti ai tifosi a San Siro. Milano è molto speciale per me, la mia seconda casa, perciò gli otto anni che ho passato lì mi hanno avvicinato al popolo italiano. Porterò l’Italia sempre con me non solo per quello che ho vinto, ma in generale per il mio rapporto con gli italiani e i tifosi, soprattutto i tifosi del Milan”.

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Foto: Klankosova tv