SIGURDSSON, L’UOMO DEL NORD STENDE L’OLANDA
14.10.2014 | 09:30
C’erano una volta le squadre materasso, quelle che ti costringevano a tirar fuori dal cassetto il pallottoliere, onere invero tra i più gratificanti. In parte la categoria esiste ancora, ma si è di molto assottigliata quantomeno nel segno della discontinuità delle prestazioni. Basta analizzare le ultime giornate di qualificazioni europee per rendersene conto: un tempo Malta prendeva una media di 6 gol a partita, gli stessi che adesso incassa in tre sfide (uno solo, misero, dagli azzurri ieri sera), così come era impensabile che l’Albania potesse comandare un girone che vede il Portogallo fanalino di coda, che la Moldavia potesse imporre il pareggio a domicilio alla madre Russia o che la Lituania (6 punti) potesse guardare dall’alto la Svizzera ancora ferma a quota zero. Il discorso vale anche per Nazionali di medio cabotaggio, tra cui Polonia e Slovacchia, che nei giorni scorsi hanno regolato, rispettivamente, la Germania campione del mondo e la Spagna ex imperatrice del pallone. Scusate se è poco.
Su tutti però spicca l’Islanda, capolista a punteggio pieno del gruppo A con un ruolino da autentico rullo compressore: tre vittorie in altrettante partite, 8 gol all’attivo e nessuno al passivo. Non male per una rappresentativa mai qualificatasi per la fase finale di alcuna edizione di Mondiali o Europei, almeno finora. L’ultima vittima? La quotatissima Olanda adesso affidata a Guus Hiddink, caduta ieri sera Reykjavik sotto i colpi dell’idolo di casa Gylfi Sigurdsson.
A nulla è valso agli orange il contemporaneo impiego dal 1’ dei vari Sneijder, Afellay, Lens, Robben e Van Persie, a decidere è stato con una doppietta il centrocampista offensivo col vizio del gol, che prima ha sbloccato il risultato dal dischetto e poi lo ha messo in ghiaccio – sul finire della prima frazione di gioco – con una pregevole volée di controbalzo che non ha lasciato scampo a Cillessen.
I tempi in cui l’unico uomo simbolo era Eidur Gudjohnsen, l’ex attaccante di scorta di Chelsea e Barcellona, sono ormai alle spalle; oggi il ct Lagerback può disporre – tra gli altri – di atleti del calibro di Alfred Finnbogason (ex capocannoniere in Eredivisie, oggi alla Real Sociedad), Kolbeinn Sigthorsson (Ajax), degli “italiani” Emil Hallfredsson e Birkir Bjarnason e, appunto, del nostro personaggio del giorno.
Gylfi nasce a Reykjavik il 9 settembre del 1989 ma, calcisticamente parlando, il suo percorso è sempre stato a tinte fortissimamente british. Dopo gli esordi in patria nei vivai di Hafnarfjörður e Breiðabli, il piccolo Sigurdsson viene infatti notato dagli scout del Reading, che nel 2005 lo portano nel Berkshire, dove completa la trafila delle giovanili fino all’esordio in prima squadra datato 26 agosto 2008 in occasione di un match di Coppa di Lega contro il Luton. Due fugaci parentesi in prestito nelle serie inferiori, tra le file di Shrewsbury e Crewe, prima di rientrare alla base per consacrarsi definitivamente nella stagione 2009-10. Affidato alle sapienti cure di Brendan Rodgers, il talentuoso trequartista mette a referto 20 reti e 10 assist, numeri strabilianti anche per un versatile specialista come lui, impostato fisicamente (186 cm per 79 kg) ma abbastanza agile al punto da poter disimpegnarsi sia alle spalle delle punte che sugli esterni offensivi. Prestazioni che ad ogni modo non passano inosservate agli occhi dell’Hoffenheim, che il 31 agosto del 2010 versa circa 7 milioni di euro nelle casse del Reading e ne annuncia l’acquisto. L’esperienza in Bundesliga si chiude con 10 gol in 39 presenze nell’arco di un anno e mezzo: il 2 gennaio del 2012 Gylfi vola a riabbracciare il suo mentore Rodgers, frattanto passato alla guida dello Swansea e che nei mesi scorsi lo avrebbe voluto anche al Liverpool. Sigurdsson stupisce anche in Premier League, lasciando un segno tangibile (7 reti in 17 incontri disputati) e calamitando le attenzioni del Tottenham, che lo preleva il 4 luglio del 2012 per 8,5 milioni di euro. All’ombra di White Hart Lane la concorrenza è importante, ma l’uomo venuto dal profondo nord riesce comunque a ritagliarsi uno spazio più che considerevole, certificato dalle ben 83 apparizioni – impreziosite da 13 segnature – collezionate in due annate.
La scorsa estate si concretizza infine il suo ritorno in Galles, nell’ambito della trattativa che porta Michel Vorm e Ben Davies dallo Swansea agli Spurs. Al momento il suo ruolino in campionato parla di 1 gol e 5 assist, ma è soprattutto in Nazionale che Sigurdsson veste i panni del mattatore: 4 reti nei tre sfavillanti successi contro Turchia, Lettonia e Olanda, selezioni tutte castigate dal gioiello islandese degli Strákarnir okkar che stanno incantando l’Europa, con Francia 2016 nel mirino.
Foto: sillyseason.com