SILVIO RIMEMBRA ANCORA
Quanto ci sarebbe da dire e raccontare su
Silvio Baldini. Una persona differente da quanto attanaglia il mondo del calcio, un professionista che non ha mai negoziato i propri valori umani e calcistici. Per troppi anni ne abbiamo sottovalutato l'impatto, crocifiggendolo per degli errori - che certamente errori sono stati - senza cercare mai di abbracciarne lo spirito e comprenderne l'atipica genuinità. Baldini non è né un uomo né un allenatore comune. Lo dice la sua storia: moderno agli esordi, lanciato verso le vette dello sport che amiamo, creatore e organizzatore di una delle squadre più moderne degli anni '90, il "
suo" Empoli con quel luccicante 4-2-3-1. Dopodiché qualche scontro, il percorso che diventa altalenante, la ferrea convinzione di non piegarsi dinanzi a niente e nessuno per rendere forza ai propri ideali. Scelta che porta a un allontamento di addirittura 6 anni, dal 2011 al 2017, quando torna in panchina in quel di Carrara, il tutto gratis, e nel capitalismo dilagante che ci circondava/circonda, lo stupore non poteva che recitare un ruolo da protagonista: "
Sì, è vero, allenerò a due passi da casa e lo farò gratis, senza prendere un euro. L’avevo già spiegato ai dirigenti a fine febbraio: i soldi non mi interessano, 60 o 70 mila euro in più non mi cambiano la vita. Loro sono rimasti increduli, il sindaco quando l’ha saputo mi ha fatto i complimenti". Baldini torna dunque in carreggiata, fa molto bene e, a dicembre di quest'annata, si ripresenta l'opportunità Palermo, piazza che aveva già conosciuto per qualche mese tra 2003 e gennaio 2004. L'epilogo l'abbiamo visto ieri sera, quando al Barbera è scesa in campo una squadra positivamente posseduta dalle idee e dall'umanità del tecnico. Silvio, in una probabilmente irrispettosa parafrasi di Giacomo Leopardi, in effetti
rimembra ancora, in un Palermo che di
beltà splende, come l'allenatore ha avuto modo di vedere con i propri
occhi ridenti.