SIMONE INZAGHI, QUANDO I FATTI VALGONO PIÙ’ DI MILLE PAROLE
14.08.2017 | 10:17
La Lazio ha sconfitta la Juventus nella Supercoppa Italiana. Simone Inzaghi ha riportato un trofeo a Roma, sponda biancoceleste, dopo quattro anni.
Questa estate a Formello si sono susseguiti molti cambiamenti, ma Inzaghi ha saputo mantenere alta la concentrazione, confermando l’identità di squadra vista l’anno scorso e mettendo a punto un assetto tattico perfetto. I tifosi della Lazio hanno visto andarsene il loro capitano, Biglia, e da due mesi aspettano di sapere quale sarà il futuro di Keita. In questo contesto Inzaghi è riuscito a mantenere il gruppo compatto e, lavorando silenziosamente come è abituato a fare, ha preparato perfettamente la finale di Supercoppa Italiana, vincendola meritatamente e dimostrando ancora una volta che i fatti valgono più di mille parole.
La vittoria che tanto mancava è finalmente arrivata. Sì, perché alla Lazio di Inzaghi mancava solo un trofeo per entrare nella storia della società biancoceleste. Dopo aver concluso il campionato con uno splendido quarto posto ed aver perso la finale di Coppa Italia, Inzaghi cercava la sua rivincita, e l’ha trovata. L’allenatore della Lazio nel post partita ha rilasciato dichiarazioni importanti, spiegando quanto questo trofeo fosse importante, per lui e per la squadra.
La storia di Simone Inzaghi, da allenatore dei “grandi”, inizia il 9 aprile 2016, dopo un derby con la Roma perso 4-1 e costato l’esonero a Pioli. Simone sedeva sulla panchina della primavera biancoceleste, con la quale ha vinto due Coppa Italia ed una Supercoppa Italiana, ed ai tempi Lotito gli affidò la prima squadra per terminare la stagione e raggiungere la qualificazione all’Europa League. Per Inzaghi la panchina della Lazio era un obiettivo e non aveva la minima intenzione di cedere il posto alla fine della stagione. L’esperienza iniziò con un ottimo risultato, tre a zero contro il Palermo, e continuò con un totale di 12 punti in 7 partite, non abbastanza per raggiungere la qualificazione europea. Nonostante la grande determinazione, durante l’estate il presidente Lotito vagliò varie ipotesi per la guida tecnica della squadra, tra i nomi che si fecero c’erano Sampaoli e Prandelli, ma alla fine decise di ingaggiare Bielsa e per Inzaghi era pronta la panchina della Salernitana. Proprio quando il trasferimento stava per essere ultimato, “el loco” Bielsa rinunciò alla panchina e Simone, con le valigie in mano in direzione Salerno, venne trattenuto a Roma. Mancavano pochi giorni all’inizio della stagione, Inzaghi accettò l’incarico senza fare discussioni e, secondo la stampa, non fece una bella figura: sembrò l’uomo che immediatamente risponde alla sua ex, pur sapendo di avere poche speranze che l’amore sbocci di nuovo. Ma invece l’amore trionfa: Simone Inzaghi condusse una stagione al di sopra di ogni aspettativa, trasmettendo alla squadra la propria mentalità: ottenere gli obiettivi lavorando in silenzio. Oltre al quarto posto arrivò anche in finale di Coppa Italia, vincendo il doppio derby in semifinale e condannando la Roma ad un altra sconfitta in coppa, dopo quella storica del 2012-2013.
La finale di Coppa Italia, persa contro la Juventus, ha permesso alla Lazio di giocare la Supercoppa Italiana, sempre contro la squadra di Torino, e di vincere con il risultato di 3-2, grazie alla rete decisiva all’ultimo minuto di recupero, dopo essere stata rimontata di due gol. Quando nessuno se lo aspettava. Come nello stile di Simone Inzaghi: nessuno se lo aspettava. Quando Bielsa se ne andò nessuno avrebbe scommesso sui biancocelesti, invece gli aquilotti hanno giocato una stagione strabiliante perché Inzaghi ha saputo adattarsi agli uomini che aveva a disposizione sistemandoli in campo nella maniera migliore, come ha dimostrato di saper fare anche ieri sera. Senza Biglia( ceduto al Milan) Keita (distratto dalle voci di mercato) e Felipe Anderson(infortunato); Inzaghi ha saputo confezionare la squadra in maniera ineccepibile, posizionando Luis Alberto e Milinkovic dietro a Ciro Immobile e cercando subito la verticalizzazione appena entrati in possesso palla. In difesa De Vrij ha fatto il gigante e gli esterni hanno macinato chilometri sulla fascia, decisivo l’assist di Lukako nel gol di Murgia. Insomma la Lazio entrata in campo ieri sera sembrava una squadra più debole di quella che tre mesi fa aveva perso in finale la Coppa Italia. Ma, grazie anche alle qualità del proprio allenatore, ora sono diventati Supercampioni d’Italia ed Inzaghi ha conquistato il primo titolo da tecnico dei “grandi”.
Foto: twitterlazio