Ultimo aggiornamento: martedi' 17 dicembre 2024 12:19

SINISA L’INCOMPIUTO

04.01.2018 | 23:40

Potremmo chiamarlo Sinisa l’Incompiuto. Il destino di Mihajlovic: esoneri, ora sono quattro. E se il Milan era stata la grande occasione scaraventata nel cestino, il Toro doveva rappresentare la Ripartenza. Niente. Lo mandano a casa, un’altra volta: il poker è servito, da Bologna a Firenze, passando per Milano rossonera e chiudendo con Torino granata. Sinisa è una persona sincera, forse troppo. Un tipo irruento che certe volte non intuisce quale sia il sottile equilibrio tra una sfuriata e la routine. Spesso la sfuriata diventa routine e la routine non ha un senso tattico che le sue squadre dovrebbero pretendere. Ma siccome ha una stampa amica, quando lo mandano via ci sarà sempre chi dirà che la colpa è di un altro, mai la sua, e che merita un’altra occasione. Questa è l’Italia del calcio. Ci sono allenatori che bucano una volta e che non prendono più l’autobus giusto. E ce ne sono altri che bucano quattro gomme e hanno sempre una bellissima berlina a disposizione.
Diciamo la verità senza che nessuno si offenda. Le squadre di Mihajlovic giocano un calcio spesso inguardabile. L’aspetto temperamentale, la giusta dose di adrenalina, ma poi un copione troppo banale e prevedibile. Prendete l’attuale Toro: un grafico impazzito all’insegna della discontinuità, mai una linea che fosse quella giusta con un senso di coerenza, con l’idea di calcio che lievitasse rispetto ad altre cose. Sembrava una navigazione a vista, nella speranza di non trovare la burrasca. L’errore di Cairo è stato quello di avere fino a poche settimane fa rispedito al mittente qualsiasi ipotesi di esonero. Capiamo la facciata, ma sarebbe stato meglio arrivare un mese e mezzo fa a una soluzione traumatica, in modo da impostare la squadra in modo più logico. Anche perché il Toro sul mercato aveva soddisfatto qualsiasi richiesta di Sinisa, l’ultima sessione era stata pirotecnica. Addirittura Niang con la pretesa di averlo a disposizione per rilanciarlo. Sappiamo com’è andata fin qui, un pianto greco. E ancora prima Ljajic, un altro chiodo fisso di Mihajlovic perché tutto si può dire tranne che il Toro non abbia cercato di esaudire le necessità di Sinisa. Però, a un certo punto vuoi vedere come funziona, ti aspetti un minimo di continuità tattica, mezzo “palazzo” che sta venendo su. Nulla. E’ come quel pittore che ha una tela davanti e non riesce a metterci i colori giusti. Troppo sbiadito il Toro, non in linea con le strategie estive. Già, perché a un certo punto il problema era diventato Belotti. E anche in quel caso coerenza societaria su tutta la linea: cosa avrebbero dovuto fare di più per meritare uno straccio di gioco, un minimo di geometrie, un Toro decente per qualche mese e non figlio di pochi e saltuari sprazzi?
Il nostro riepilogo: Mihajlovic uomo è orgoglioso, forse troppo. Ma anche coraggioso, una situazione che si trascina quando deve fare scelte professionali: il lancio in orbita di Gigio Donnarumma resta uno dei pochi capolavori della sua carriera. Mihajlovic allenatore non lascia tracce, ma equivoci. Abbozzi, vagiti, da qui Sinisa l’Incompiuto. Non ce ne voglia, ma per il Toro questa è una liberazione.

 

Foto: Twitter Torino