“Non ha bisogno di andare in prestito, non gli servirebbe. Deve crescere allenandosi con noi e vedrete che, nel giro di un paio di anni, sarà un giocatore della prima squadra. Sappiamo già che ha il potenziale per vestire la maglia del Chelsea, a quel punto il resto arriverà da sé. Ad esempio, la coscienza mi dice che sarà colpa mia se Solanke entro qualche anno non sarà un calciatore della Nazionale maggiore”. Così parlò José Mourinho nel 2015, a proposito di Dominic Solanke, il versatile attaccante classe 1997 cui aveva regalato la gioia del debutto tra i grandi il 21 ottobre del 2014, facendolo subentrare a Oscar in occasione del match contro il Maribor. Il palcoscenico più prestigioso, quello della Champions League, vittoria tennistica dei Blues sui malcapitati avversari, costretti a tornare in Slovenia con un pesantissimo 6-0 sul groppone. Mai, probabilmente, lo Special One si lanciò in profezia più errata: quella contro la modesta formazione dell’est è rimasta l’unica esibizione del ragazzo con la prima squadra del club di Roman Abramovich. Tant’è che ieri, non certo a sorpresa, il Liverpool ne ha ufficializzato l’ingaggio a parametro zero, con effetti a partire dal prossimo 1 luglio. Niente foto con la splendida maglia Red tra le mani, però, per Dominic, attualmente impegnato con l’Inghilterra di Paul Simpson (della quale è capitano) nei Mondiali Under 20 in corso di svolgimento in Corea del Sud. Finora tre presenze da titolare per lui nella fase a gironi, con un gol all’attivo (su rigore nel roboante 3-0 ai pari età dell’Argentina). Abbiamo scritto non certo a sorpresa perché di Solanke al Liverpool, come scenario sostanzialmente definito, si parlava già da oltre tre mesi. Era il 17 febbraio, infatti, quando il Sun sganciò la notizia del probabilissimo scippo dei rossi del Merseyside al Chelsea, trovando l’immediata conferma di Antonio Conte, che in conferenza stampa ebbe a dichiarare: “Ha il contratto in scadenza e sì, credo che lascerà il club a luglio. Non ne sono sicuro, non ho la sfera di cristallo, ma penso che questa sia la sua volontà. Ho grande stima per lui, gli auguro il meglio per il futuro, qualsiasi decisione prenderà andrà rispettata”.
Insomma, il tecnico salentino non si strappò i capelli, eppure in casa Liverpool si respira un certo entusiasmo per questo colpo a parametro zero. O quasi, perché in Inghilterra vige la regola secondo la quale per i trasferimenti degli Under 24 è comunque dovuta una “compensation fee”, una sorta di indennizzo (che in questo caso dovrebbe essere fra i 2 e i 3 milioni di sterline) a favore del club di provenienza. Una disposizione studiata per smorzare gli effetti della nota sentenza Bosman quantomeno avuto riguardo ai calciatori meno esperti. Entusiasmo giustificato dal fatto che Dominic Ayodele ‘Dom’ Solanke-Mitchell, nato a Basingstoke (72 km da Londra) il 14 settembre di 20 anni fa, nella sua lunga trafila con l’Academy del Chelsea - che lo accolse all’età di 7 anni - ha sempre segnato caterve di gol. Ad ogni livello. Basti pensare alle 41 reti messe a segno nel 2014-15, 12 delle quali (in sole 9 gare!) nella Youth League, la Champions dei giovani, poi vinta in finale sulla pelle dello Shakhtar Donetsk. Mentre in semifinale i baby Blues avevano servito un eloquente poker alla Roma Primavera di Alberto De Rossi, con doppietta del nostro protagonista quotidiano che saluta il Chelsea dopo aver vinto, oltre al trofeo più ambito, anche 2 FA Youth Cup (la Coppa d’Inghilterra giovanile). Capitolo Nazionali: Dom ha vestito le maglie di tutte la rappresentative juniores dei Tre Leoni, dall’Under 16 all’Under 21 (della quale ormai stabilmente fa parte), per un totale di 24 reti in 48 apparizioni, alla media di una ogni due partite. Ben strutturato fisicamente (186 cm per 81 kg) Solanke preferisce giostrare da centravanti ma, a dispetto delle non indifferenti leve, la sua rapidità di gambe gli consente di svariare lungo tutto il fronte del reparto avanzato: può allargarsi sugli esterni e, alla bisogna, posizionarsi anche alle spalle dell’attaccante di riferimento. Inizialmente Klopp dovrebbe aggregarlo alla formazione Under 23, ma, conoscendo la predilezione del tecnico tedesco per i giovani prospetti, è probabile che presto per lui si aprano altre prospettive. D’altronde, un’esperienza in prima squadra Dom l’ha già maturata: quella della stagione 2015-16, trascorsa in prestito in Olanda tra le file del Vitesse (società storicamente amica, per non dire satellite, del Chelsea). Avventura positiva, chiusa con 7 reti in 25 match di Eredivisie, l’unica eccezione in una vita calcistica che sin qui era stata colorata solo di blue. Ma nel futuro di Solanke, adesso, c’è uno scenario da sogno: Anfield Road con il meraviglioso frastuono della Kop.
Foto: Instagram Solanke