Spalletti: “La Nazionale è felicità, la maglia azzurra deve essere una seconda pelle”
02.09.2023 | 12:00
Inizia ufficialmente oggi l’avventura di Luciano Spalletti alla guida dell’Italia. Intervenuto in conferenza stampa, il nuovo commissario tecnico si è così presentato: “Grazie alla Federazione per avermi dato questo bellissimo incarico. Sono stati giorni intensi, in cui dovevano darmi tutti quegli elementi per poter sviluppare bene il mio lavoro e la mia professione. Ho trascorso molto tempo a Coverciano, l’Università del calcio. Ho imparato tantissime cose che ho riportato nel mio lavoro. Essere qui alla mia presentazione da CT è un’emozione indescrivibile, un sogno che parte da lontano. Avevo 11 anni, al Mondiale del Messico 1970 andai a chiedere a mia mamma di farmi una bandiera dell’Italia per festeggiare il 4-3 contro la Germania. Adesso questa bandiera dell’Italia la riporterò in campo”.
“Sono stato felice dalla prima telefonata che ho ricevuto. Napoli è stata un’esperienza bellissima, qualcosa di travolgente. Clausola? Niente mi farà retrocedere dal pensiero di aver preso la decisione corretta. Ci sono delle cose che dobbiamo mettere a posto. Gli avvocati sono a lavoro, spero che presto si possa arrivare alla soluzione“.
“Io mi rifletto nella felicità altrui. Non riesco a essere felice se non vedo felice la gente attorno a me. Napoli e i napoletani sono stati la mia felicità. Chi vestirà la maglia della Nazionale deve essere felice, attraverso questa felicità si riuscirà a dare il meglio. Serve appartenenza per questa maglia perché non è una maglia qualunque. Abbiamo dei campioni che ci hanno dimostrato l’appartenenza alla Nazionale: penso a Buffon, Mazzola, Riva, Rivera, Baresi, Maldini e Baggio. In questi giorni ho sentito Marcello Lippi, i suoi consigli sono importanti. Questi campioni sono sempre con noi, anche quelli che non ci sono più come Gianluca Vialli. Sono i nostri spiriti guida”.
“Convocati? Giocheremo due partite importanti, abbiamo bisogno di spessore internazionale ed esperienza. Non ho convocato un numero esagerato di calciatori, mi dispiacerà quando manderò qualcuno in tribuna. So le difficoltà dell’allenatore a fare questo. Ho lasciato a casa Verratti e Jorginho perché, non avendo minutaggio, è impensabili portarli dentro”.
“Rapporto club-nazionale? Il bene della Nazionale è il bene del calcio italiano. Cercherò di avere un rapporto continuo con gli allenatori, ho già iniziato a chiamare qualcuno. In Serie A, su 570 tesserati, solo 150 sono convocabili. Non abbiamo alibi, ma una storia che ci ha indicato la nostra strada“.
“Se prendo la Nazionale campione d’Europa o quella che non è andata ai Mondiali? Io non prendo i risultati. Da Mancini eredito una buona Nazionale. Lui ha vinto un Europeo, 37 partite consecutive e ha lanciato tanti giovani, con talenti che possono esserci utili. Vogliamo fare un calcio che assomigli a una nazione forte come l’Italia”.
“La responsabilità a volte ti schiaccia, ma per essere persone forti bisogna avere responsabilità. L’incarico che mi ha dato il presidente è di massima responsabilità. La Nazionale è veramente importante, tutti dobbiamo avere responsabilità e senza questa io non so dare il meglio di me stesso“.
“Noi vogliamo giocare con la difesa a 4, ma molti giocano in una difesa a 5. Dobbiamo essere una squadra che tenta di andare a prendere la palla. Due cose sole contano nel calcio: la pressione e la costruzione. Tutto il resto viene di conseguenza. Se si pressa bene, si riconquista prima. Se si gestisce bene, facciamo la partita che vogliamo e portiamo l’avversario dove vogliamo noi”.
“Registi? Ne abbiamo diversi in squadra. Locatelli fa il regista nella Juventus, ci sono anche altri calciatori come Cristante che ieri sera ha fatto una grande partita e ha quella fisicità che può aiutarti in alcuni sviluppi”.
“Centravanti? In Italia ce ne sono che possono vestire la maglia della Nazionale. Non ho chiamato Kean e Scamacca per il minutaggio, ne ho convocati tre che andrò a conoscere. L’attaccante fisico ha delle caratteristiche precise, cercheremo di sfruttare le qualità dei nostri giocatori. Ci sono 1-2 calciatori che possono ricoprire il ruolo di attaccante centrale pur avendo giocato in altre posizioni“.
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