Spalletti: “Spagna favorita? Mi preoccupa più quello che possiamo proporre noi. Faremo la nostra partita e vedremo quanto saremo bravi”
Luciano Spalletti, CT della Nazionale, ha parlato in conferenza stampa alla vigilia della gara contro la
Spagna. Queste le sue parole:
"Secondo me ne abbiamo più di uno, Scamacca, Retegui, Barella, Dimarco, poi secondo me li sanno battere anche Calafiori e Jorginho. Il rigorista è uno di questi qui, perché poi quando si va lì sul dischetto se ne dicono uno-due, chi non se la sente deve avere sempre quello di scorta". Pensi di cambiare tanto domani? E' la gara più importante della tua carriera? "Questa volta la formazione la dico domani, non la dico il giorno prima perché anche degli altri non mi è arrivata alcuna notizia su chi gioca. E' una delle gare più importanti della mia carriera, ne ho passata già qualcuna e questa è da mettere a quel livello lì. Tutti abbiamo storie da raccontare e questa è una di quelle partite che può determinare certe storie". Sembra una Spagna più pragmatica, questo può portare a qualcosa di differente? "La Spagna è diventata la Spagna perché ha fatto sempre lo stesso calcio, è diventata così riconosciuta perché ha avuto il coraggio di mantenere nel tempo la stessa idea di calcio, la stessa richiesta e disponibilità da parte dei calciatori. Siccome a volte si parla di calcio internazionale, si parla di confronto con scuole di calcio più definite della nostra, dico che per arrivare a quei livelli lì bisogna fare come hanno fatto loro, cadenzati nel riproporre sempre la stessa idea di calcio. Ci sarà sempre il tentativo di fare la partita. Loro hanno tutto da un punto di vista di qualità individuali, di caratteristiche di squadra. Dovranno essere più alti i tempi di reazione e sono curioso di vedere quando loro ci verranno addosso quali saranno le nostre scelte. Secondo me con la Croazia hanno vinto perché loro picchiano sempre allo stesso modo e appena la Croazia ha avuto delle pause loro sono entrati dentro. Dobbiamo esser bravi a mantenere sempre lo stesso livello, reazioni più veloci e metterci comunque dentro la qualità per togliergli la possibilità di portarti in giro per il campo". In questa partita è in gioco anche la sua identità tecnica? "Noi siamo vestiti da Giorgio Armani e lui è conosciuto in tutto il mondo, si va lì con lo stesso abito cercando di essere gli stessi. Dobbiamo mantenere quella voglia matta di fare la partita contro una delle scuole calcio più forti al mondo. Quello che non si vuole avere sono i rimpianti per non aver fatto le nostre cose: sarà più difficoltoso, sicuramente, ma si andrà lì vestiti bene e pronti a sporcarci gli abiti se ce ne fosse bisogno". Non ha la sensazione che la chiave della partita di domani sia anche molto tecnica? Non siamo un po' indietro nei dribbling? "Nel relazionale c'è anche la qualità tecnica a cui lei alludeva. Poi bisogna riuscire a trovare quell'equilibrio non solo a livello tattico, dieci giocatori che dribblano e basta difficilmente si possono sostenere. Yamal è più bravo a fare quello e ha meno disponibilità nel ripiegamento. In alcuni giocatori bisogna avere entrambe le fasi, ad altri si concede qualcosa di più perché lì abbiamo. Ma è difficile trovare uno specializzato per fare quello e basta: quando abbiamo detto che siamo tutti un po' numeri 10, si intendeva proprio questo, ormai i terzini vanno a finire le azioni nella fase offensiva. Bisogna fare un po' tutto: più se ne hanno di calciatori che sanno saltare l'uomo e meglio è, ma chi salta l'uomo deve anche riuscire a non farsi saltare. Dobbiamo sistemare delle cose, ma noi siamo sulla buona strada: abbiamo preso qualche ripartenza di troppo, ma il tentativo di provare a fare calcio offensivo c'è sempre stato. La squadra ha sempre provato a posizionarsi nella metà campo avversaria, bisogna esser bravi a fare un po' tutto. Loro hanno dei tempi di reazione più veloci dei nostri, sono più intensi di noi. Però c'è da mettere apposto quella cosa prima di pensare a uno che salta l'uomo, un aspetto che viene dopo. Ora c'è una differenza di tempi di reazione e bisogna mantenere certi tempi di reazione". Cosa la preoccupa di più della Spagna? "Mi preoccupa di più il livello di calcio che dobbiamo proporre noi, la chiave che apre la porta della possibilità di vittoria è il nostro calcio. Sono più attento a questa situazione, poi è chiaro che a volte bisognerà esser bravi anche a subirla la qualità della Spagna, ma le intenzioni devono essere quelle giuste. Abbiamo grande rispetto per la storia e la qualità della Spagna, ma non dovete pensarvi più forti di quello che siete perché altrimenti sarebbe un errore. Noi abbiamo le nostre possibilità di giocare la partita, noi proveremo a fare quello".
Ti identifichi col calcio spagnolo? "E' un calcio che mi piace molto quello che fa la Spagna, di conseguenza si vanno a prendere delle cose, si vanno ad analizzare delle cose. E' un calcio molto offensivo, tengono sempre molti uomini alti e noi dobbiamo trovare quello libero in poco tempo. Il miglior calcio quello spagnolo? Sicuramente uni dei migliori ma non siete gli unici. Noi sicuramente abbiamo bisogno di fare dei passi in avanti".
Dobbiamo aspettarci una partita più propositiva e più aggressiva? "Il tentativo di pressarli va fatto, bisogna sistemare alcune cose ma dipende sempre da dove si trova il blocco squadra. Anche se non ci siamo riusciti in qualche partita la lettura abbiamo provato a non cambiarla. Li dobbiamo pressare e pressare forte, perché poi nei tempi più corti c'è la possibilità di giocare più puliti e alla Spagna gli devi dare fretta. Il tentativo è quello lì, noi non si può giocare in ripartenza e basta. Loro hanno Rodri che lo puoi mettere da qualsiasi parte e riesce a fare sempre la differenza, può fare il quinto difensore. Mentre a Jorginho non puoi far fare quel lavoro lì da quinto difensore. Ci vuole scocca, ci vuole fisico, lui è un calciatore più da qualità. Si cerca di mettere dentro tutte queste notizie per tirar fuori una prestazione che s'è scelto e si vuol fare". E' l'undicesima volta che la Spagna incontra l'Italia in un grande torneo, la quinta volta dal 2008. E' un derby per voi? "No, non è un derby. Per me sono tutti derby: quando gioco un Europeo sono tutte finali, tutti derby, tutte partite che non mi ricapiteranno più. Ci do il massimo dell'attenzione. Noi tenteremo di rifare la stessa partita giocata con l'Albania, vogliamo andare a misurarci contro una squadra forte per vedere il nostro livello di calcio contro una delle più forti che ci sono. Abbiamo sempre tentato di fare così. Anche contro squadre forti nelle qualificazioni abbiamo tentato di fare questo, un calcio propositivo fatto di possesso palla, se si dà in mano il pallone agli avversari si esce male da questa gare qui. Proveremo a fare la nostra partita e vedremo se siamo così bravi oppure no contro una delle squadre più riconoscibili". Foto: sito FIGC