L’Odissea di Guberti comincia nel 2012. A luglio la prima mazzata: non viene convocato per il ritiro estivo della Roma poiché non rientra più nei piani della società. Poi l’accusa più infamante che un giocatore possa ricevere: viene coinvolto nell’inchiesta relativa al calcioscommesse, accusato di illecito sportivo insieme all'ex compagno del Bari Andrea Masiello. Il fatto in questione riguarderebbe il match Bari-Sampdoria terminato 0-1 disputato nella stagione 2010-2011. Secondo il Procuratore Federale Stefano Palazzi, Guberti avrebbe offerto 400.000 euro all'ex compagno (Masiello) per ottenere la vittoria della partita da parte dei blucerchiati. In seguito al rifiuto degli altri giocatori biancorossi, la combine saltò e non se ne fece più nulla. Il 3 agosto Palazzi chiede per lui una squalifica pari a tre anni, che verrà confermata sia in primo che in secondo grado dalla Commissione Disciplinare, nonostante non sia mai stata appurata la provenienza dei 400.000 euro offerti. Insieme alla giustizia sportiva, si muove anche la magistratura ordinaria che iscrive Stefano Guberti nel registro degli indagati. La Procura di Bari lo accusa, insieme ad altri ex compagni della squadra del capoluogo pugliese, di frode sportiva. L’anno successivo arriva la condanna in primo grado della Commissione Disciplinare Nazionale della FIGC a tre anni e sei mesi di squalifica in continuazione, confermati anche in appello. Per Stefano, la carriera sembra essere se non finita, per lo meno compromessa per sempre: quasi 4 anni di inattività forzata per un giocatore corrispondono a un ritiro anticipato e forzato. Stefano intanto, si difende e continua a dichiararsi innocente, dichiarando di essere stato messo in mezzo, come tanti altri da Masiello; nega ogni addebito di responsabilità e le prime conferme poco a poco cominciano ad arrivare. Il 4 aprile 2014, il TNAS gli riduce la squalifica ad un anno ed un mese in merito alla presunta combine di Salernitana-Bari (altra partita che lo vedeva coinvolto) del 2009. Il 17 settembre 2015 viene assolto dal Tribunale di Bari dal reato di frode sportiva con la motivazione che “il fatto non sussiste". Tanto per capirci, viene dichiarato non colpevole perché il reato che gli viene contestato, in realtà non è mai avvenuto. Ora l’ultimo ostacolo tra lui e il rettangolo verde è rappresentato solo dalla giustizia sportiva. E’ necessario infatti, una revisione della sentenza affinché Stefano possa tornare. L’esito del processo sportivo però non subisce alcun mutamento, ma il ragazzo può sperare ancora nella grazia, prerogativa riservata al presidente FIGC. Il 5 gennaio 2016, la tanto sospirata richiesta viene accolta da Carlo Tavecchio che decide di concedere il provvedimento assolutorio a Guberti, che pertanto potrà tornare a svolgere il suo mestiere: il calciatore. Stefano durante tutto questo travagliato periodo, non ha mai smesso di allenarsi nella speranza che il telefono squillasse e che qualche squadra, di qualsiasi categoria lo contattasse per dargli l’opportunità di giocare ancora. Ed ecco il Perugia. Gli umbri lo ingaggiano nel 2015 e confidano nelle sue doti da trequartista, di ispiratore del gioco e del suo fiuto del gol per amministrare il centrocampo. La fiducia della società è ripagata, da prestazioni di alto livello e soprattutto dal gol di ieri sera contro il Novara, fondamentale per costruire il pareggio finale. Un destro da fuori area sotto l'incrocio sulla respinta di un calcio piazzato. Un'autentica prodezza dell'ex Roma che ritrova il gol dopo ben 6 anni. Una rete che ha il sapore di un riscatto, di una rivincita professionale e umana, contro tutto e tutti. Ora possiamo dirlo: Stefano Guberti è tornato.
foto: Bari on Twitter