Se sei magrolino e Madre Natura ti ha dotato di un’altezza nella norma, i ruoli che puoi ricoprire nel calcio sono pochi. In particolare nelle “retrovie”: scordati di diventare portiere, al massimo puoi fare il terzino ma non il centrale difensivo. Avanzando di settore, però, le possibilità di ritagliarsi uno spazio aumentano. Tra centrocampo ed attacco, infatti, si può svariare: da interno a regista, passando per trequartista ed ala sino ad arrivare ai margini offensivi quale seconda punta. Lui ha preso alla lettera tali dettami, imparando a fare di necessità virtù. Se non è un jolly questo…
La massima serie per la definitiva consacrazione: Adrian Marius Stoian ha scelto il Chievo Verona per mettersi ulteriormente in luce. Nato in Romania - precisamente a Craiova – nel febbraio del 1991, la sua parola d’ordine è “adeguarsi”: dall’alto dei suoi 178 centimetri per 60 chilogrammi preferisce agire alle spalle del tandem d’attacco, dove è stato all’occorrenza impiegato quale partner di un centravanti puro o nelle vesti di esterno. Il tutto per sfruttare le sue due doti migliori: la rapidità e la visione di gioco.
Doti sviluppate dal 2006, quando entra in uno dei settori giovanili rumeni più prestigiosi (nonostante sia di recente fondazione). Vale a dire la scuola calcio di Gheorghe “Gica” Poepscu, indimenticato difensore che ha fatto la storia calcistica del suo Paese. Ispirando Stoian, che tuttavia viene sin da subito schierato nelle zone avanzate del campo. Ed è così che attira l’attenzione della Roma…
I giallorossi lo acquistano nel 2008, facendolo crescere in Primavera prima del grande esordio. Inteso come prestigio più che come prestazione, perché il 21 marzo 2009 Stoian subentra a Mirko Vucinic all’Olimpico nei minuti finali di Roma-Juventus, partita vinta dai bianconeri per 4-1. E sarà l’unica sua presenza in giallorosso.
Poi, il trasferimento al Pescara. Dove arriva nel luglio del 2010 esordendo, però solo ad ottobre a causa di un grave infortunio. Con gli abruzzesi gioca 12 partite siglando anche la sua prima rete tra i professionisti nel marzo 2011 contro il Grosseto. Deve però ancora trovare la sua dimensione.
Lo fa a Bari: cinque reti (compresa una preziosa doppietta da tre punti contro il Brescia) in 29 gare, e soprattutto la regolarità che era sino a quel momento mancata. E che spera di conservare al Chievo. Perché arriverà anche dalla cadetteria, ma ha grinta e fiato da vendere. E poi, può fare mille ruoli…