Tra storia e statistiche: l’Italia torna al Bernabeu 35 anni dopo la notte del Mundial
01.09.2017 | 23:40
Arriva la notte del dentro o fuori: aritmeticamente no, sostanzialmente sì dal momento che ipotizzare un passo falso della Spagna nelle gare rimanenti sembra abbastanza irrealistico. I riflettori del Santiago Bernabeu, che torna ad ospitare una partita della Roja dopo oltre otto anni, illumineranno la sfida tra le Furie Rosse e la nostra Nazionale, che metterà piede nell’impianto madrileno per la prima volta dopo la mitica sera dell’11 luglio 1982, quando Rossi, Tardelli e Altobelli stesero la Germania (Ovest) e consentirono all’indimenticabile Nando Martellini di proferire per tre volte il suo celeberrimo “campioni del mondo”. L’avversario stavolta è diverso, trattasi della Nazionale padrone di casa. Ma, a proposito di storia e statistiche, avuto riguardo ai confronti diretti tra le due rappresentative, va detto subito che l’Italia non vince in Spagna da circa 70 anni. Nei 10 precedenti in terra iberica, l’unico nostro successo risale a un’amichevole del 1949 quando gli azzurri si imposero per 3-1. In generale, invece, sono 36 gli incontri già disputati: 11 le vittorie dell’Italia (l’ultima a Euro 2016 con Antonio Conte al timone), 10 quelle della selezione iberica (fragorosa la finale di Euro 2012, un poker che difficilmente dimenticheremo), 15 i pareggi. Stasera in palio non ci sarà la Coppa più ambita, bensì un semplice pass per un altro Mundial: peso specifico ben diverso, ma chissà che l’aria del Bernabeu non possa aiutare. Oltre 35 anni dopo l’Italia torna ad esibirsi nel tempio madrileno, che stavolta non sarà campo neutro ma farà di tutto per spingere i propri beniamini verso un risultato positivo. Servirà un’impresa? Non giriamoci attorno, probabilmente sì, anche perché la Spagna non perde in casa da 14 anni e nella sua storia mai ha subito sconfitte in patria, nelle sfide valide per le qualificazioni mondiali (46 vittorie e 9 pareggi). Ma la sensazione è che la nostra Nazionale abbia nelle sue corde la possibilità di centrarla, l’impresa. Serviranno equilibrio, corsa (anche a vuoto) e la sfrontatezza giusta: le montagne alte sono fatte per essere scalate.
Foto: Empics Sport