Andrea Stramaccioni a Udine, ieri l’ufficialità. Dopo una stagione di inattività, torna in corsa il giovane tecnico romano, capace di incantare prima e dividere poi la Milano nerazzurra. Oggi, l’Inter, è però solo il passato. Il tecnico romano, ammiratore di Zdenek Zeman, proverà ad imporre le sue idee di calcio all’Udinese. Un punto di ripartenza per una carriera da allenatore che sembra avere ancora molto da raccontare al mondo del calcio. Molti hanno intravisto in lui doti fenomenali, bello poter avere un riscontro sul campo delle sue capacità, dopo la bocciatura interista causata anche dalla situazione poco facile della società meneghina.
La carriera da calciatore non è fortunata, passa anche per Bologna e Roma, ma si spezza quasi subito per via di un grave infortunio: a 18 anni, con un ginocchio a pezzi, gli viene tolta la possibilità di continuare a giocare. Andrea non si abbatte, studia, si laurea e torna a mettersi in gioco qualche anno dopo nei panni di allenatore. Inizia nel 2000, tra le giovanili, nella Capitale. Az Sport, Romulea e infine la Roma: i tanti successi lo portano tra le giovanili dei giallorossi, dove in sei anni riesce a conquistare ben due campionati.
Nel 2011, svincolatosi dai giallorossi, firma per l’Inter. Gli viene affidata la Primavera nerazzurra. Incarico che tocca il suo punto più alto nel 2012, quando Strama porta i suoi a trionfare nella NextGen, importante torneo a livello europeo che vede la partecipazione delle migliori squadre giovanili del vecchio continente. Una sorta di Champions Jr., successo che gli vale la promozione in prima squadra, anche a causa della pessima gestione Ranieri. Dirige la squadra egregiamente nel tribolato finale di campionato, meritandosi la conferma per l’anno successivo. La stagione che doveva essere quella della consacrazione, però, anche per tante colpe della società nerazzurra, non va per il verso giusto. Stramaccioni chiude al 9° posto, eliminato agli ottavi di Europa League e in semifinale di Coppa Italia. L’Inter, poi, opterà per altre strade.
Dopo un anno passato a riflettere, magari anche sui propri errori, è arrivata la chance tanto attesa: l’Udinese. Non una big, ma senz’altro una società seria e competente, l’ideale per ripartire e proporre qualcosa di nuovo, qualcosa di suo. Guidolin, per anni, a Udine ha imposto le proprie idee, diventando profeta in patria. E’ lo stesso percorso sembrerebbe aspirare Stramaccioni, con un’età che gioca a suo favore e l'auspicio che dopo gli eventuali bei risultati al Friuli la grande chiamata possa arrivare davvero.