#WengerOut, questa volta per davvero. Con l'annuncio arrivato in mattinata si chiude un'era, la più longeva della storia della Premier League dal momento che il 68enne tecnico transalpino lo scorso dicembre scavalcò Sir Alex Ferguson: con 823 panchine in campionato Wenger sarà difficilmente superabile, considerate le esigenze del calcio moderno. L’ufficialità arriva al tramonto di una stagione che vedrà, per la seconda volta di fila, l'Arsenal non qualificarsi per la Champions League a differenza delle 20 edizioni precedenti, altro record che verosimilmente resterà ancora impresso negli annali del calcio europeo. Un passo indietro che arriva con un anno di ritardo: dodici mesi fa, contro il volere dei tifosi, la società fece sottoscrivere l’ennesimo rinnovo al condottiero di Strasburgo, ma la scadenza fissata per il 2019 non verrà rispettata. Rimane l'impronta indelebile che Arsene lasciato non soltanto nella storia del club del nord di Londra, ma anche sull'intera Inghilterra. Il suo stile compassato ed elegante, l’invidiabile aplomb scalfito eccezionalmente dagli scontri pesanti con il rivale di sempre José Mourinho. Arsene lascerà i Gunners con un palmarès di rispetto: 3 Premier League, 7 FA Cup (altro record, nessun altro ha vinto così tante edizioni della manifestazione più antica della storia del calcio) e 7 Community Shield. Per un totale di 17 titoli, 1228 panchine complessive, 2722 punti ottenuti in 22 campionati inglesi. Due le note dolenti. I 14 anni trascorsi dall’ultimo trionfo in Premier League, da quella fantastica stagione 2003-2004 quando l’Arsenal chiuse imbattuto (anche questo caso un record, come quello assoluto di imbattibilità, 49 partite a cavallo di due stagioni). Era lo squadrone degli Henry, Bergkamp, Patrick Vieira, Fabregas, Pires, Ljungberg, Campbell e Kolo Touré. E poi come dimenticare quella finale di Champions 2006: il navigato allenatore francese accarezzò a lungo l’idea di mettere le mani sulla Coppa dalle grandi orecchie, ma poi nel finale l’uno-due griffato Eto’o-Belletti mise nel nulla la rete di Sol Campbell, aprendo il varco del Paradiso al Barcellona targato Rijkaard. L’Arsenal finalmente volta pagina, le risorse di Kroenke e Usmanov, i due azionisti di maggioranza, consentiranno di certo di aprire un nuovo ciclo. E, per celebrare l’epopea di Wenger verranno verosimilmente erette statue. D’altronde il tempo è sempre galantuomo: quando non c’è più il confronto quotidiano con i numeri del campo - e la necessità di vittorie - vengono ricordati i successi più che le incompiute. #WengerOut, questa volta per davvero. Dopo 7871 giorni, tanti ne sono trascorsi da quel primo ottobre del 1996, il papà dei Gunners saluta la compagnia.
Foto: Twitter Arsenal