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ESTRO, FANTASIA E GOL D’AUTORE: TADIC, L’AMMAZZA-REAL CHE FA GODERE L’AJAX

07.03.2019 | 12:45

Due assist e un magico sinistro all’incrocio dei pali per trascinare l‘Ajax alla clamorosa impresa contro il Real: quella del Bernabeu per Dusan Tadic è stata una notte indimenticabile. Il serbo, sotto gli occhi impietriti di Modric e compagni, è salito in cattedra a suo modo, con estro, fantasia e giocate d’autore. Il 4-1 di Madrid, che ribalta la sconfitta di misura dell’andata, è soprattutto merito suo. Tadic brilla e fa godere l’Ajax, un talento cristallino che in Olanda sembra aver trovato la giusta strada per la definitiva consacrazione.

Dusan Tadic è nato a Backa Topola, in Serbia, il 20 novembre 1988. Muove i primi passi nella formazione locale prima di trasferirsi al Vojvodina dove, a 18 anni appena compiuti, esordisce in prima squadra nella partita contro il Partizan. Nel 2010 arriva la prima chiamata dall’Olanda, con il Groningen che si assicura le sue prestazioni. L’impatto in Eredivisie è eccellente, al punto che dopo due stagioni viene acquistato dal Twente: 32 reti e 36 assist in 85 presenze che attirano l’attenzione dei gli esteri. Alla fine a spuntarla è il Southampton di Koeman che lo porta in Premier League per circa 14 milioni. Quattro stagioni da assoluto protagonista con la maglia dei Saints, prima di decidere la scorsa estate di tornare in Olanda, questa volta all’Ajax. Una scelta di vita, oltre che professionale, che il serbo aveva raccontato in un’intervista: “Ho deciso di dire basta e cambiare. Ero stufo dell’Inghilterra, lì c’è solo Londra; l’Olanda è un posto migliore in cui vivere. Poi in Premier, i calciatori offensivi non sono tutelati. Ricordo che dopo ogni partita mettevo il ghiaccio sulle gambe. Un giorno dissi ‘al termine della carriera, non voglio vedere più ghiaccio in vita mia’. In Olanda, così come in altri paesi, sei tutelato e se ti toccano è fallo”.

Ad Amsterdam, Tadic ha trovato l’allenatore Erik Ten Hag, allievo della scuola cruijffiana, visione ampia, sensibilità umana, che ha pensato bene di liberarlo dal recinto della zona laterale: nella fluidità dell’attacco dell’Ajax, il serbo parte dalla zona centrale per poi muoversi liberamente su tutto il fronte, dalle corse incontro ai mezzi spazi all’attacco della profondità. Il suo enorme talento, incostante perché figlio dell’istinto del genio più che della razionalità del calcolatore, viene esaltato alla perfezione dallo stile di gioco dei Lancieri. E i numeri non mentono: 40 presenze stagionali, 26 gol (molti d’autore) e 15 assist. Numeri da urlo, che certificano come Tadic all’Ajax abbia trovato una continuità di rendimento preziosa e inaspettata. Brevilineo, piuttosto esile, rapido ma non straripante, preferisce ricevere il pallone sui piedi tra le linee che andarselo a prendere più basso: Tadic è il prototipo del trequartista “vecchio stampo”, abilissimo con la palla tra i piedi e costante minaccia per le difese avversarie. Una dei suoi marchi di fabbrica più famosi è certamente il calcio di punizione, fondamentale in cui il serbo è uno dei migliori nel panorama calcistico europeo. La capacità eccezionale dell’ex Groningen di trovare la porta con entrambi i piedi e anche da posizioni non semplicissime lo rende un’arma preziosissima per i Lancieri. Per maggiori informazioni chiedere al Real, castigato dalle giocate, dagli assist e dal gol strabiliante di Tadic, sempre più al centro del mondo Ajax.

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Foto: Twitter ufficiale