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TALENTO, GAVETTA E ABNEGAZIONE: PICCINI, DA FIRENZE A VALENCIA PER CONTINUARE A SOGNARE

25.07.2018 | 09:30

A volte si tratta soltanto di saper aspettare, cogliere l’attimo e prendere il treno giusto nonostante le avversità che la vita e il mondo del calcio ti pone davanti. Questo potrebbe tranquillamente spiegarlo Cristiano Piccini, terzino destro che appena due giorni fa ha firmato con il Valencia: contratto fino al 2022 e clausola da 80 milioni di euro. Un autentico exploit che in pochi avrebbero immaginato quando il giovane Cristiano tentava di imporsi nei vari campi di provincia. Ma il destino gli ha riservato un futuro roseo e l’ha premiato per tutti gli sforzi compiuti nel corso degli anni. Piccini nasce a Firenze il 26 settembre del 1992, sin da subito inizia a rincorrere il pallone per le strade del proprio quartiere e giorno dopo giorno la sua passione per questo sport aumenta sempre più. All’età di 6 anni comincia a giocare nell’U.S. Sporting Arno di Badia a Settimo, fino al 2002, anno in cui viene notato da alcuni osservatori della Fiorentina che decidono di sbrigare le pratiche per il tesseramento. Da quel momento in poi inizia il percorso di crescita di Piccini che dimostra immediatamente di possedere talento, ma soprattutto fame e disciplina. Anno dopo anno si mette in luce sfoderando prestazioni di livello nel ruolo di terzino destro. La corsia laterale del rettangolo verde diventa ormai la sua seconda casa, Piccini macina chilometri su chilometri coltivando il sogno di poter arrivare in alto. Nel 2012, dopo aver debuttato in Serie A nella sfida contro il Cagliari (soltanto 11 minuti di gioco) e alzato al cielo da protagonista la Coppa Italia con la formazione Primavera, lascia il club viola per assaggiare il calcio dei grandi e cimentarsi con la Serie C italiana trasferendosi in prestito alla Carrarese. La stagione si rivela importante, Piccini scende in campo 32 volte, molto spesso con una maglia da titolare, trovano anche una marcatura personale. I suoi progressi fanno sorridere la Fiorentina che a giugno lo riabbraccia.

Tuttavia, vista la giovane età, per Piccini all’orizzonte c’è un altra cessione a titolo temporaneo, stavolta in Serie B e allo Spezia. Anche in Liguria si dimostra all’altezza della situazione, si fa trovare sempre pronto e gioca oltre 30 partite tra campionato e Coppa Italia. Rientra alla base, ma in casa viola non c’è abbastanza spazio e nella stagione 2013-2014 passa al Livorno. Stavolta il giovane terzino ha l’opportunità di misurarsi con il massimo campionato, disputa in totale 21 gare ufficiali e si mette in evidenza. Non a caso, una volta rientrato alla Fiorentina, arriva a sorpresa la chiamata del Betis Siviglia. Il club andaluso, appena retrocesso in Segunda Division, lo preleva in prestito, ma al termine del torneo – dopo aver ottenuto l’immediata promozione – decide di riconfermarlo acquistandolo a titolo definitivo per 1,5 milioni di euro. La Fiorentina dà il proprio placet e si riserva un diritto di riacquisto a 2,5 milioni entro un anno e a 3 milioni al termine del secondo. In Liga Piccini non fa altro che confermarsi, in tre annate colleziona più di 50 presenze e le sirene di mercato arrivano puntuali: a farsi avanti è lo Sporting Lisbona che versa nelle casse del Betis 3 milioni di euro fissando la clausola rescissoria a 45 milioni. In Portogallo la storia non cambia, Piccini è sempre più lanciato ed accumula esperienza anche in campo internazionale affacciandosi per la prima volta in Champions League, competizione in cui affronta anche Juventus e Barcellona. Agli ordini del Jorge Jesus migliora molto nella fase difensiva e quando si tratta di spingere è un pericolo costante. A fine stagione, purtroppo, la mancata qualificazione in Champions scatena l’ira dei tifosi, nonostante la conquista della Coppa portoghese l’ambiente si accende e la diaspora generale comprende anche lui. Il futuro, però, è nuovamente in Spagna e a Valencia: senza esitare i Murcielagos l’hanno acquistato affidandogli le chiavi della fascia destra. Piccini raccoglie i frutti del duro lavoro dimostrando che, con talento, gavetta e abnegazione, i risultati prima o poi arrivano. In particolar modo se si ha il coraggio di fare le valigie, lasciare casa e partire. Alle porte c’è una nuova avventura tutta da vivere alle dipendenze di Marcelino. La Nazionale? Piccini finora ha ricevuto soltanto una chiamata in Under 21 nel lontano 2013. Ora continuare a sognare è lecito e il ct azzurro Roberto Mancini lo terrà sicuramente d’occhio.

Foto: Valencia sito ufficiale