Tare, l’erba del vicino, i 20 milioni per Muriqi, Cancellieri e il vice Immobile

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Igli Tare si prende meriti che non sono suoi, al punto che adesso - chissà perché - circolano nuove voci sul rinnovo del contratto in scadenza. Meriti non suoi significa che il mercato l’ha subito e al massimo memorizzato a scoppio ritardato, per la prima volta da quando è alla Lazio, tranne rare eccezioni (per esempio Maximiano). Il rinnovo di contratto, anche se nessuno l’ammetterà, assomiglierebbe paradossalmente a un esonero di Maurizio Sarri. E la Lazio farebbe il passo del gambero, andare indietro piuttosto che avanti. Tare ha un grande appoggio mediatico a prescindere, soprattutto a Roma: evidentemente non si vuole ammettere la svolta dell’ultima estate. Il direttore sportivo albanese ha avuto il cattivo gusto, ospite di un’Università, di sparare a zero su altri club, come se fossero cose di sua competenza. L’erba del vicino, ma che senso ha? Parliamo delle cose di sua competenza: all’interno di un buon mercato della Lazio (figlio di un accordo tra Sarri e Lotito) lui ha avuto due intuizioni, chiamiamole così. Il portiere Maximiano, arrivato con la quasi certezza che il titolare sarebbe stato… Provedel. E Cancellieri, il presunto vice Immobile, arrivato da Verona perché doveva essere una promessa di matrimonio per arrivare anche a Ilic. Diciamo la verità: pensare a Cancellieri come vice Immobile è un esercizio da acrobati. La colpa non è chiaramente di Cancellieri, ma per coprire quel ruolo bene servono mesi e mesi di apprendistato. Ora Tare sta memorizzando che la Lazio non costruita da lui funziona, con qualche buco che avrebbe dovuto colmare in prima persona. A maggior ragione dopo aver buttato al vento una ventina di milioni per Muriqi, oltre dieci per Vavro, ma potremmo continuare con i vari Durmisi, Jony e compagnia cantante. A proposito di cantanti: ma quel Kamenovic arrivato all’improvviso dopo un accordo con il suo agente Kezman, lo stesso di Milinkovic-Savic, che ora fa il misterioso sull’ambitissimo centrocampista serbo? In questi casi Tare non parla, ripetiamo: il suo rinnovo equivarrebbe a una Lazio che anziché andare avanti preferisce tornare in piedi. Il discorso coinvolgerebbe inevitabilmente Sarri che ha voglia di guardare avanti e non indietro. Foto: Lazio Twitter