Ternana, un team manager umiliato. E un allenatore in confusione
23.03.2018 | 00:01
Siccome sbagliamo tutti, una o più volte al giorno, sinceramente ci è sembrata eccessiva la reazione di De Canio nei riguardi del team manager Miele per l’errore dovuto alla sostituzione di Montalto durante Ascoli-Ternana. De Canio è andato su tutte le furie, lo ha strattonato, non è stato un bel vedere. Se davvero ha sbagliato Miele, ha sbagliato e punto. Ma non più di De Canio che ha preparato male la partita, ha sbagliato i cambi, zero idee in superiorità numerica, e che non sta contribuendo a migliorare la situazione rispetto alla precedente gestione. Anzi, per certi aspetti è una Ternana peggiore considerato che il tecnico neanche è riuscito a trasmettere il furore agonistico in una partita da “dentro o fuori”. Accolto come il Ferguson della serie B (esattamente com’era accaduto a Lecce e sappiamo com’è andata a finire…), ora De Canio ha il dovere di metterci la faccia. Anche per onorare il ricco contratto che ha sottoscritto dopo un tam-tam mediatico da Milano, passando per Udine e zone collegate. Il contratto è importante: circa 80 mila euro fino a giugno, 160 mila a stagione in caso di serie C, circa 200 mila a stagione in caso di salvezza. Tanti soldi che vanno onorati con scelte oculate. Noi non possiamo passare dal microfono alla panchina, non siamo andati a Coverciano e quindi non ce lo permettono. Mentre De Canio l’ha fatto e probabilmente tanti anni di assenza da categorie come la serie B pesano nella conoscenza dei singoli calciatori e nelle scelte da fare. De Canio è stato un discreto allenatore, ma deve dimostrare di esserlo ancora per onorare una piazza come Terni e anche il contratto, mediamente superiore rispetto alle abitudini e alle possibilità di molte società di B e C. In Italia funziona così: sbaglia un pesce piccolo, il team manager, e quasi tutti addosso. Ma se De Canio continuasse a bucare le scelte o gli approcci alla partita, chi gli presenterebbe il conto?
Foto: Twitter Ternana