TOM BISCHOF E L’IRRESISTIBILE FASCINO DEL TALENTO MANCINO

Il calciatore mancino, è di per se, un calciatore differente. Più raro, meno prevedibile, spesso con una qualità tecnica sopra la media (con le dovute eccezioni), e un fascino irresistibile. E se volessimo andare ancor più nello specifico, non esiste tipologia di calciatore più intrigante del trequartista mancino. "Chi non ama il mancino di Dybala, ha un problema coi sentimenti" diceva qualcuno su uno dei capostipiti del ruolo, e come dargli torto. Sarà la giocata inattesa, sarà la sua unicità, le sue caratteristiche che sono per antonomasia sinonimo di libertà, indipendenza, anarchia, e sana follia, il trequartista mancino non può lasciare indifferenti. Ce n'è uno, giovanissimo, che inizia ad attirare l'attenzione di vari club. Il suo nome è Tom Bischof, classe 2005 dell'Hoffenheim, anche se definirlo solo un trequartista sarebbe limitante. Bischof è il perfetto prototipo del trequartista moderno, uno alla Bernabè per intenderci: tanta personalità, qualità in regia, intelligenza tattica, estrema mobilità. Non agisce, quindi, solo sulla trequarti, anche perché giocatori in grado di fare solo un compito nel calcio moderno trovano sempre meno spazio. Calcia le punizioni Tom Bischof, come tutti gli altri calci piazzati: non c'è calcio d'angolo, punizione, o tiro da fermo che tenga, li tira tutti lui (e come li tira). Il tedesco nasce ad Aschaffenburg, il 28 giugno del 2005. Un giorno dopo, proprio in Germania, il Brasile si aggiudicò la finale della Confederation Cup, in un 4-1 contro l'Argentina, in cui andarono in gol Adriano con una doppietta, Kaká e Ronaldinho. A parte simpatici cenni storici, Bischof inizia a muovere i primi passi nel calcio nell'Amorbach, squadra di una città a circa 50 chilometri da Aschaffenburg. L'esperienza formativa dura fino al 2015, anno in cui il talento entra nelle giovanili dell'Hoffenheim. Il primo contratto da professionista (ancora vigente) arriva il 28 gennaio 2022, valido fino al 2025. Il 19 marzo successivo ha esordito in prima squadra, in occasione dell'incontro di Bundesliga perso per 3-0 contro l'Hertha Berlino, subentrando a Georginio Rutter al 77'. Tredici presenze e due assist nella scorsa stagione per il numero 7 del club tedesco, che sta trovando la definitiva consacrazione e la ricercata continuità proprio in questa stagione: già 8 presenze a referto. Nel 3-4-1-2 di Matarazzo, Bischof gioca, coerentemente a quanto detto prima non dietro le punte, ma sulla mediana, di fianco ad un giocatore muscolare come Grillitsch. All'austriaco il lavoro sporco, al classe 2005 invece quello di costruire, muoversi, proporsi...ed inventare. Alle spalle delle due punte gioca invece il 2004 Tohumcu, anche lui trequartista solo sulla carta, anche perché nel calcio fluido di Matarazzo, molte volte i suoi compiti e quelli di Bischof sono molto similari, e il destino dei due è spesso quello di alternarsi nelle posizioni. Due giocatori, un ambidestro e un mancino, che si intendono a meraviglia e spaziano per tutto il campo, togliendo punti di riferimento agli avversari ed inventando calcio. Per Bischof, in scadenza nel prossimo anno, l'interesse di un paio di club tedeschi, uno tra tutti il Francoforte che ha già manifestato coinvolgimento per il calciatore nella scorsa estate. Ma secondo Sport Bild, sul diciannovenne più impiegato di tutta la Bundesliga ci sarebbe anche il Bologna, che vorrebbe aggiungere estro e qualità in mezzo al campo. Vedremo come andrà, intanto la Germania si gode uno dei talenti più cristallini del panorama europeo. Foto: Instagram Bischof