Sandro Tonali è ormai un giocatore del Milan. Manca soltanto l’ufficialità, ma è solo questione di dettagli per quello che si può già considerare, al momento, il colpo dell’estate. Tonali il Milan ce l’aveva nel destino e in queste ore si sta chiudendo un cerchio iniziato circa dieci anni fa, quando proprio i rossoneri lo scartarono in un provino. Anzi, citando il diretto interessato, “più che mi scartarono, non mi presero proprio in considerazione, forse ero troppo piccolo”. Niente San Siro, dunque, ma poco male: lo ritroverà dieci anni dopo. Intanto c’è il Brescia, la squadra che lo coccola e lo cresce, il club grazie al quale Tonali mette in mostra il suo talento: tra Serie B e Serie A sono 88 presenze, cinque reti e 16 assist vincenti dal 2018 ad oggi e anche se quest’anno le rondinelle hanno dovuto salutare la massima serie, il mediano ha trovato la Nazionale di Mancini con l’esordio il 15 ottobre 2019, contro il Liechtenstein. Guai a paragonarlo a Pirlo: sarà la chioma, saranno le movenze da play basso, sarà quel tocco che ricorda il Maestro, ma Tonali non vuol sentirne parlare. L’accostamento lo mette quasi in imbarazzo, non sente di averne ereditato il profilo. Il riferimento? Gattuso, già proprio lui. “Il mio idolo fin da quando sono bambino, diciamo che sono un Gattuso un po’ più tecnico”. Forse un mix tra due grandi giocatori, con qualità diverse che unite possono generare un profilo unico e desiderabile nel calcio moderno. Lo stesso a cui ambisce Tonali: un mediano (che sa fare bene anche la mezzala) con grande visione di gioco, predisposizione all’assist per il compagno, capacità di usare entrambi i piedi e fare entrambe le fasi; al contempo, un incontrista, uno che in campo non si risparmia e recupera palloni, con personalità e grande intensità nonostante la giovane età. A voler continuare il gioco dei paragoni eccellenti, oltre Pirlo e Gattuso ci metteremmo dentro anche De Rossi, che probabilmente più rispecchia il nuovo acquisto del Milan. Tonali ora ha una missione: tenere alta quella fede rossonera che da sempre lo accompagna (fin da quando chiese a Santa Lucia il completino rossonero) e dimostrare di essere, più che il nuovo Pirlo, uno da Milan.