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Torino, ora non sia una “rondine”. I voti di Vagnati, quelli su Ghersini e dintorni

23.04.2023 | 13:30

Davide Vagnati ha deciso di fare i complimenti a… Davide Vagnati in un’intervista rilasciata diverse settimane fa alla “Gazzetta dello Sport”. Neanche tre anni dopo il suo insediamento ha detto che è stato svolto un lavoro enorme, che il club è cresciuto in modo esponenziale. Ha fatto i complimenti ai suoi collaboratori, ha raccontato qualche trattativa. Dopo la vittoria di ieri in casa della Lazio, molto presto probabilmente ci sarà una nuova intervista. Ovviamente ci sarebbe piaciuto fargli qualche domanda come in quel famoso giorno in cui disse cose mai chiarite durante un alterco con Juric e non rispose al nostro invito. Quella volta preferì scegliere lui l’intervistatore, portò sia l’arbitro che il pallone, chissà perché.  Ripetiamo: Vagnati ha un contratto ricco e importante, non ha bisogno che parli bene di… se stesso. Al massimo dovrebbero farlo gli altri. È fondamentale che conquisti la fiducia – non a parole – di Juric, abituato a direttori sportivi come D’Amico. Ribadiamo che la credibilità del progetto Toro passa attraverso la conferma dello stesso Juric, altrimenti il progetto riparte senza programmazione: altro giro, altra corsa. Non abbiamo mai sentito Juric elogiare se stesso in conferenza, anche in questo è diverso da Vagnati. E a Ferrara non hanno dimenticato la sanguinosa operazione Bonifazi del gennaio 2020: prestito con obbligo di riscatto a 12 milioni, il difensore arrivò proprio dal Torino nella stagione della retrocessione della Spal. In quel caso, forse, Vagnati non avrebbe potuto parlare bene di… Vagnati. Adesso la priorità del Toro, ripetiamo, è quella di strappare il rinnovo a Juric (attuale scadenza 2024) per rendere credibile il progetto. Possibile un incontro, sarà Juric a decidere in base all’importanza del programma granata che deve essere competitivo. Pur sapendo che sull’allenatore croato ci sono altri club sia in Italia (per esempio l’Atalanta se non restasse Gasperini) che all’estero. Certo, l’allenatore croato ha un altro anno di contratto, ma che stagione sarebbe senza rinnovo e nell’incertezza? Cairo ha detto recentemente che Juric non è un tema, invece dovrebbe esserlo ben oltre i virtuosismi che gli hanno attribuito soltanto perché rappresenta il club che paga meno di altri sulle procure. Come se quello fosse un virtuosismo piuttosto che blindare un allenatore fondamentale per dare continuità a un progetto senza smontare o rimontare come se si trattasse di costruzioni Lego… Sarebbe un modo anche per respingere le voci su Paolo Zanetti per la panchina granata, voci insistenti da oltre un mese. La vittoria di ieri in casa della Lazio è stata bella e convincente: Cairo ora faccia in modo che non sia una “rondine”, programmando per tempo la prossima stagione, uscendo dal rebus riscatti, evitando di cedere Schuurs. Insomma, proprio la classica voce del verbo “programmare”. Il calcio è un giochino diverso dagli altri settori, il popolo granata merita di lottare per vincere qualcosa e non per collezionare “rondini”. E lo diciamo nella stagione in cui, per esempio, la Fiorentina è in semifinale di Conference League e Coppa Italia. Quanto alla partita di ieri abbiamo letto voti improponibili: 6 all’arbitro Ghersini, assolutamente inadeguato, anche il 4,5 in pagella sarebbe stato eccessivo; 6 a Milinkovic-Savic, uno dei peggiori della Lazio; 4,5 a Provedel e Luis Alberto; tutti 7 o quasi sull’altro fronte. Siamo davvero contenti di aver visto un’altra partita e crediamo di essere stati in folta compagnia. Nella speranza, per il Toro, che la vittoria all’Olimpico non sia una rondine e acceleri la famosa – sempre invocata – programmazione.

Foto: Instagram Torino